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Messaggero Veneto, Zaccheroni: Se è necessario, annulliamo la serie A

Come fai a ipotizzare la ripresa del campionato mentre continuano a morire ogni giorno centinaia di persone? Alberto Zaccheroni risponde con una domanda a chi gli chiede di parlare di calcio.
Monica Tosolini

Come fai a ipotizzare la ripresa del campionato mentre continuano a morire ogni giorno centinaia di persone? Alberto Zaccheroni risponde con una domanda a chi gli chiede di parlare di calcio. In questo caso il ‘Messaggero Veneto‘. “In questo periodo non riesco nemmeno a leggere di sport” continua l’ex allenatore dell’Udinese versione europea. “Il calcio si è fermato tardi, e quando riprenderà lo dovrà fare in massima sicurezza e quindi con gli stadi aperti. Le porte chiuse sarebbero una contraddizione: significherebbe tutelare la salute del pubblico e non quella dei giocatori. Ma che roba è?”

Atalanta-Valencia a San Siro è stata la partita zero del coronavirus. “Ipotesi credibile. Come non è stato un bene vedere tanti madrileni a Liverpool. Guarda caso le due città spagnole con più contagiati sono Madrid e Valencia. Sembra incredibile come il calcio non si possa mai fermare”.

In Italia il turno di recupero si è giocato a porte chiuse. “Ma in campo i giocatori si abbracciavano dopo un gol: una forzatura. Vedere Parma e Spal rientrare negli spogliatoi poco prima di cominciare la gara e poi scendere in campo con un’ora di ritardo è stata una brutta immagine. Chi è predisposto a decidere non deve scrivere lettere, la carica comporta decisioni per il bene di tutti”.

In queste due settimane si sono fatte molte ipotesi su quando potrà riprendere la serie A. Le sembra possibile? “In questo momento non è ipotizzabile pensare a una data. Se si potrà fare sarà una bella cosa perché significherà che il virus è stato debellato, ma al momento è inutile parlarne come è inutile ipotizzare le date della ripresa degli allenamenti. Mi pare ci sia un’altra priorità che è la salute pubblica. Il calcio può aspettare”.

Se non si dovessero concludere i campionati che fare? “Non vedo alternativa all’annullamento dei tornei. Si ripartirà a settembre con le stesse squadre di un anno fa in tutte le categorie. Certo ci sarebbero degli scontenti, penso al Benevento che sta dominando la B o il Liverpool padrone della Premier, ma qualunque decisione si prenda ci sarebbero degli scontenti”.

Se il campionato ripartirà, la Juventus, complice la compressione del calendario, sarà la favorita vista l’ampiezza della rosa? “La Juve era la favorita e lo è ancora nonostante non abbia ancora trovato una sua precisa identità. I singoli nel collettivo ancora non si esaltano. Pjanic nella gara d’andata con l’Inter a fine partita non fece nemmeno la doccia tanta poca fatica aveva fatto nei 90′, adesso invece è in difficoltà”.

Le partite recuperate l’8 marzo e disputate a porte chiuse sono risultate falsate secondo lei? “Sì, ma lo ripeto: il male peggiore non è giocare a porte chiuse, ma mettere a repentaglio la salute dei giocatori. Alcuni potrebbero essersi infettati proprio in quelle gare”.

L’Atalanta di Gasperini è nei quarti di finale di Champions League. “È uno spettacolo vederla giocare. Ha fatto 25 gol più della Juve. Nemmeno la mia Udinese, che schierava tre attaccanti più puri di quelli dell’Atalanta, riusciva a essere così prolifica. L’Atalanta ha una facilità disarmante nel fare gol. Se dovessero decidere di far disputare lo scudetto ai play-off i nerazzurri sarebbero un pericolo per tutti”.

L’Udinese. I bianconeri hanno il solito problema del gol. “Se le punte segnano poco devi andare a cercare i gol negli altri reparti, specialmente con i centrocampisti”.

Okaka, Lasagna e Nestorovski sulla carta hanno un potenziale non così male. “Le punte spesso vanno ad annate. C’è la stagione in cui gli basta respirare per buttarla dentro, altre in cui non riescono proprio a fare gol”.

All’Udinese hanno vissuto di rendita con Di Natale per dieci anni. Ai suoi tempi, però, al primo anno si andò a prendere Bierhoff in serie C, il secondo un ragazzo brasiliano reduce da un infortunio che doveva rilanciarsi. “Premesso che Gotti è persona di qualità e che non so cosa intenda fare, lo ripeto: all’Udinese serve un allenatore che sappia migliorare i singoli. Attraverso la crescita individuale dei calciatori si alza anche il livello dei risultati della squadra. Poi è chiaro che gli attaccanti fanno la differenza: la tattica serve per diminuire il numero dei gol subiti e alzare quello delle occasioni create, poi serve chi sa buttarla dentro”.

Il bianconero che le piace? “Sema. È una forza della natura sulla sinistra: nel 3-4-3 della mia Udinese ci sarebbe stato bene”.

Il ragazzo brasiliano cui facevamo riferimento prima è Amoroso, ovviamente. Lo sa che Marcio vive a Udine? “Certo. Ha creato una chat di vecchie glorie dell’Udinese. Ci siamo un po’ tutti: io, Guidolin, Calori, Bertotto, Poggi, Appiah, Bia, Battistini e tanti altri ancora”.

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