La Serie A vuole ripartire e pur di far riprendere il campionato ha accettato il rischio di quella spada di Damocle che è il protocollo del Cts. I rischi di uno stop in corsa sono però elevatissimi e a questo ha fatto riferimento Paron Pozzo nel suo inaspettato intervento a Rai2 ripreso dal Messaggero Veneto. Il Paron si è fatto sentire dopo tanto tempo: “Se facciamo 2-3 partite e poi chiudiamo, abbiamo fatto un doppio danno. Se questa pandemia quasi scompare, allora si può giocare altrimenti facciamo altri pasticci. Il discorso economico è ormai superato, le tv non hanno pagato e pagheranno quando cominceremo a giocare, ma dobbiamo giocare in sicurezza. Secondo la maggioranza della Lega si doveva partire assolutamente e questo è un grave errore. È l’interesse forse di 2-3, qualcuno vuole vincere lo scudetto al posto di un altro, altri vogliono entrare nelle coppe, ma ci sono anche altre vie per concludere il campionato, come fare dei play-off”.
Pozzo, fa notare il quotidiano, non ha parlato di play out e di lotta salvezza, quella in cui l’Udinese è nuovamente finita.
L’Udinese è apertamente contraria alla ripresa. Durante la riunione di Lega è stata uno dei 5 club che avrebbero voluto rimandare la ripartenza al 20 giugno e poco prima Pozzo aveva mandato una lettera al ministro Spadafora, al presidente del Coni, Giovanni Malagò, a quello della Figc, Gabriele Gravina, a quello della Lega, Paolo Dal Pino, e al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga chiedendo che “Il Governo valuti l’adozione di un provvedimento legislativo ad hoc, che possa manlevare i dirigenti delle società dalle altrimenti ostative responsabilità che dovremmo essere costretti ad indebitamente accollarci”. Pozzo ha parlato di ‘improvvida ripresa’, ma la sua posizione non è stata condivisa dagli altri club.
