Hellas Verona-Udinese è un confronto dal sapore speciale soprattutto per Gabriele Cioffi, il tecnico che a giugno ha scelto di lasciare Udine proprio per la città scaligera. Lo psicologo dello sport Luca Modolo, che con Cioffi ha lavorato a Udine, traccia al Messaggero Veneto un ritratto dell’uomo e dell’allenatore, spiegando come il tecnico toscano approccerà questo derby: «Conoscendolo, credo che non si farà condizionare dalle emozioni e che resterà centrato sull’obiettivo, sapendo che la vittoria rappresenterebbe il punto di svolta per il Verona. Mi aspetto un Cioffi fortemente motivato e impattante con la sua squadra come lo era all’Udinese, centrato quindi sull’obiettivo e non condizionato dalle emozioni, sapendo che questa partita può fare da spartiacque portandolo alla svolta».
Come ha lasciato Cioffi l’Udinese? «Il suo addio non è stato un atto voluto. Lui sarebbe rimasto molto volentieri, si era integrato molto bene e credo che se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto a Udine».
Di lui ricorda «Innanzitutto il primo incontro dove si capì subito il suo carisma. In poco tempo ha contagiato tutti col suo entusiasmo sapendo entrare molto agevolmente in relazione. È riuscito a entrare un po’ nel cuore di tutti, aveva un saluto e un occhio di riguardo dai magazzinieri ai ragazzi della Primavera, sapendo coinvolgere». Sottolinea anche che «il rapporto con Gotti era ottimo, e non poteva essere altrimenti visto che era stato Gotti a sceglierlo e a consigliarlo alla società. Quando lo sostituì a Roma contro la Lazio Cioffi dimostrò le sue abilità, sapendo passare in un amen dal ruolo di secondo a primo. Il suo discorso in albergo fu fortemente motivante e da professionista posso dire che per me quella vittoria non fu casuale. I giocatori vinsero anche per Gotti che era casa col Covid».
