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Messaggero Veneto: la verità di Nuytinck

Il difensore olandese: "La squadra ha perso in qualità, ma troverà in Pereyra e nei tifosi la spinta per la salvezza".
Monica Tosolini

Nei suoi cinque anni e mezzo a Udine, Brambo Nuytinck ne ha viste di tutti i colori. Non ha vissuto le stagioni dell’Europa, anzi: anni difficili, alcuni anche con tre cambi in panchina. Eppure questa sembra essere il campionato più complicato per i friulani. E’ questa la sensazione del difensore che ben conosce anche mister Cioffi. Al Messaggero Veneto ha ammesso di seguire sempre con attenzione la sua ex squadra. Afferma: “La squadra ha perso giocatori di qualità e non sarà facile salvarsi, ma sono convinto che l’Udinese troverà in Pereyra e nei suoi straordinari tifosi la spinta nello sprint che dovrà condurla alla salvezza. Difficile da spiegare la classifica, ma è certo che quest’anno è più dura del solito. Credo che la squadra abbia più qualità delle altre e alla fine si salverà perché l’Udinese può contare sull’amore dei suoi tifosi e sulle attenzioni della società che ha a cuore il club, anche se a inizio di ogni stagione ci sono dei cambiamenti che non sono sempre semplici da affrontare, specie per i tecnici”. 
Crede nel Tucu, e dice: “Pereyra è un giocatore fortissimo, ma ha anche bisogno di avere vicino altri giocatori forti come poteva essere Deulofeu che purtroppo non può giocare. Da solo è molto più dura anche per Pereyra, e quindi anche per la squadra in cui non vedo più Silvestri. La sua assenza mi addolora perché Marco è un uomo squadra”.
Nuytinck ha lavorato con Gotti, Sottil e Cioffi. Di quest’ultimo, dice che “quello che mi piace di lui è che è sempre molto franco e diretto nelle sue richieste, a volte fin troppo. Può anche risultare pesante per il gruppo perché pretende sempre moltissimo puntando sulla concretezza del gioco. Gotti voleva che si giocasse molto più con la palla, anche per sviluppare un bel gioco, mentre Cioffi chiedeva più concretezza. È una richiesta che puoi fare a una squadra che ha qualità, e che di conseguenza si adatta, ma quando la qualità viene un po’ meno, e chiedi di giocare sempre più per la concretezza, allora è difficile arrivare al risultato cercando meno il gioco”. Di Sottil, infine, spiega: “Sottil è un allenatore che sa di calcio, ha giocato a ottimo livello e ha fatto tutto quello che poteva, ma poi bisogna anche avere fortuna”.

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