La Gazzetta dello sport riprende l’intervento di Fernando Llorente al canale ufficiale ieri sera, evidenziando in particolare alcuni concetti tipo: “Lottare per la salvezza e non per il titolo, come ho fatto per anni, non è una discriminate per me. Anzi, a Bilbao e allo Swansea mi ero trovato già a dovermi guardare alle spalle e non avanti. Sono i momenti difficili che ti fanno imparare di più. Quando hai tutto contro sei costretto a tirare fuori forze ed energie che non pensavi di avere”.
Ma anche la certezza di aver fatto la scelta giusta venendo a Udine: “Mi sono trovato subito benissimo, qui c’è tutto quello che volevo. Per la vita familiare che faccio la città è perfetta, la dimensione ideale. Abito in centro ed è tutto a portata di mano. Mi erano state dette grandi cose della società da parte di Roberto Pereyra, con cui abbiamo giocato assieme alla Juve, e Rodrigo De Paul, un vero top player anche per mentalità, ma non pensavo ci fosse un’organizzazione del genere. Di posti dove si fa grande calcio ne ho visti e posso dire che qui siamo al livello dei top club”.
Riguardo alle questioni di campo, “Sia con Conte che con Allegri facevamo un 3-5-2 così, con un blocco compatto. È ovvio che alla Juve avevamo l’obbligo di dominare le partite ogni volta e a Udine è diverso. Ora giochiamo un po’ in funzione dell’avversario. Se ci pressano molto saltiamo le linee. Se ci lasciano un po’ di campo, cerchiamo di fare la gara. Coi risultati che stiamo facendo, però, guadagniamo fiducia e miglioreremo ancora”.