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Gazzetta dello sport: Beto, acquisti doc e la forza del DNA

Finito il mercato, ora si pensa solo al campo.
Monica Tosolini

Finito il mercato, ora si pensa solo al campo. La Gazzetta dello sport racconta quella che è l’Udinese che affronterà la nuova stagione: “Stessa filosofia tattica di sempre, tre nuovi acquisti già pronti per fare i titolari, il ritorno di Beto. Il momento di euforia dell’Udinese – 7 punti nelle ultime 3 gare grazie al pareggio con la Salernitana e alle vittorie con Monza e Fiorentina – si può giustificare con queste chiavi di lettura. La sconfitta con il Milan alla prima è una delusione già archiviata.

La tradizione del modulo

A Udine vige la regola del 3-5-2 e Andrea Sottil, nonostante sia un amante della difesa a 4, ha detto sì alla proposta dei Pozzo, sapendo che avrebbe dovuto modificare il suo credo. La squadra è costruita storicamente cercando giocatori validi per quel canovaccio e l’allenatore ne è consapevole. Così il mister si è convertito alla nuova disciplina, non rinunciando però a metterci qualcosa di suo. La cessione di Soppy e l’immaturità tattica di Ebosele (il ragazzo si farà) hanno costretto l’ex Ascoli a proporre Pereyra sulla fascia a 10 anni di distanza dai suoi esordi friulani in quella posizione. Considerando che il Tucu non ha la verve di un ventenne, dall’altra parte Udogie sta più basso. Così, con l’allargamento di Becao è garantita sempre una linea a 4 in fase di non possesso.

Giocatori maturi

Un altro dei caposaldi del club è rappresentato dal puntare su calciatori da costruire in almeno un paio di stagioni. L’ultimo mercato ha invece portato in dote un trio di elementi già spendibili dal primo minuto: Masina e la coppia di nazionali sloveni composta da Bijol e Lovric. La fortuna non ha sorriso all’italo marocchino, che lunedì sarà a Villa Stuart per valutare gli esiti della brutta distorsione al ginocchio destro rimediata con i viola. È andata meglio al difensore ex Cska, che dopo la capocciata rimediata con la Salernitana si è ripreso il comando del reparto arretrato con decisione. Difende bene, sa impostare, gioca a testa alta. È quello che serviva per dare spessore in quella zona di campo. A proposito di piedi buoni, in parecchi – dopo l’ultima gara – si sono accorti delle qualità dell’ex centrocampista del Lugano. In mezzo sa fare un po’ di tutto, ma il tecnico lo vede meglio come interno.

Fame di gol

In una squadra che funziona non può mancare il realizzatore. Dopo essersi messo alle spalle l’infortunio dello scorso mese di aprile Beto è di nuovo protagonista. Nei due match da titolare giocati – Monza e Fiorentina – ha timbrato il cartellino della marcatura. Tecnicamente è da completare, ma migliora partita dopo partita. Domenica sera, con la Roma, proverà a dare un dispiacere anche al suo connazionale Mourinho. Con la serenità di una classifica già buona l’approccio alla sfida, come ha detto ieri il direttore Marino, è facilitato. «I 7 punti messi da parte ci danno autostima e ci permettono di preparare l’appuntamento godendo dell’entusiasmo necessario per continuare a stupire». Il dirigente ha molta fiducia per la stagione. «La bravura di questa società sta nel riuscire a mantenere nel tempo il Dna vincente del progetto tecnico. Penso che sia stato confermato anche quest’anno, nel quale ai giocatori di esperienza abbiamo unito elementi che ci permetteranno di proiettare il lavoro nel tempo»”.

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