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Corriere dello sport, Carnevale: “I Pozzo mi hanno aiutato in un momento difficile”

Andrea Carnevale si confessa a 360 gradi su passato, presente e futuro, parlando anche di Mondiali e attualità in una intervista al Corriere dello sport. 
Monica Tosolini

Andrea Carnevale si confessa a 360 gradi su passato, presente e futuro, parlando anche di Mondiali e attualità in una intervista al Corriere dello sport

L’Udinese è da sempre un riferimento importante nel suo percorso umano e professionale e ne parla così, partendo dal suo arrivo in Friuli da calciatore: «Sono andato due volte, la seconda vincemmo il campionato di B. Quando ero alla Roma mi voleva l’Inter. Andai a Milano, c’erano Beltrami e Pellegrini. Bagnoli era l’allenatore, aveva Bergkamp, diceva che voleva un centravanti come me con l’olandese che mi girava intorno. Al colloquio a Milano mi regalarono anche la maglia dell’Inter, ma alla fine non raggiunsi l’accordo».

E ancora: «In Friuli vivo la mia seconda vita. Non finirò mai di ringraziare la famiglia Pozzo e anche Pierpaolo Marino, mi hanno aiutato in un momento difficile della mia vita, quando mi ero un po’ perso. Ho fatto un po’ il bambino quando ero grande e il grande quando ero bambino. Potevo perdermi e invece loro mi hanno voluto. Qui ho trovato la mia seconda moglie, Beatrice, viene da Bibbione, una donna stupenda, ho una figlia fantastica, Arianna, che ha venti anni e studia a Milano. Ma sono anche nonno per i miei primi due figli. Arianna non ha preso dal padre. Studia marketing allo Iulm, è una ragazza in gamba, umile come me, è andata a lavorare a Lignano, faceva l’animatrice nei villaggi perché vuole essere autosufficiente. Mi piace una ragazza così, la apprezzo molto».

Parlando di Mondiali, rivela i nomi dei giocatori seguiti nel tempo dall’Udinese: «Ziyech lo avevamo seguito prima che andasse al Chelsea. Stiamo seguendo gli americani, mi hanno sorpreso, giocano tutti in Europa, sono già arrivati, quindi inavvicinabili. Noi raccogliamo informazioni, vediamo video. In questo periodo vedo tutte le partite del Mondiale. Alcuni marocchini giocano ancora a Casablanca, a Rabat, sono ancora appetibili. Anni fa scoprii Benatia. Masina si è infortunato, ha dovuto saltare il Mondiale. Con noi al Watford c’è anche Louza, infortunato anche lui. Lo avevamo preso in Francia due anni fa, si è fatto male al tendine. Poi avevamo portato in Italia Zielinski. C’è Ebosse nel Camerun, che è con noi oggi».

Sulle modalità dello scouting per scoprire talenti, spiega:«C’è una grande organizzazione di scouting, è molto più difficile lavorare con l’Udinese piuttosto che con la Roma o l’Inter. Facciamo un ottimo lavoro, andiamo a prendere sconosciuti che in due o tre anni diventano giocatori di prima fascia. Molina, De Paul, Udogie sono gli ultimi esempi. Udogie tra sei mesi ci lascerà, andrà al Tottenham. Ha 19 anni, un ragazzo precoce, nel Verona fece solo 7 spezzoni di partita, ci bastarono per capire che aveva qualità. Grande fisico, ricorda Briegel. A me piacciono giocatori strutturati, se sono piccoli vanno bene solo… come Maradona».

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