La sera del 4 maggio era a Udine per assistere alla partita Udinese-Napoli nonostante due Daspo e l’obbligo di dimora a Napoli. Alla fine della partita, ha invaso il campo di gioco e ha colpito con una cintura un tifoso bianconero. Per questo Emanuele Iasevoli, 33 anni di Nusco, è stato condannato oggi dal gup di Udine Matteo Carlisi a un anno e sei mesi di reclusione, pena sostituita con gli arresti domiciliari. Il pm Lucia Terzariol aveva chiesto 3 anni di reclusione.
L’ultrà campano, pur di vedere il Napoli vincere lo scudetto, entrò nello stadio Friuli presentando un documento di identità falso e, per nascondere il volto, indossò un vistoso cappellino. La polizia, però, lo individuò ugualmente controllando le immagini delle telecamere di sicurezza e quelle pubblicate sui social, identificandolo per il tifoso che quella sera aveva colpito ripetutamente un tifoso friulano con una cinghia in mezzo al terreno di gioco.
Per evitare l’arresto differito, si nascose a Napoli, a casa della sorella, dove la polizia lo rintracciò. Per sfuggire all’arresto, scappò da una finestra, saltando su un terrazzino e sul tetto di un’autorimessa. Alla fine, i poliziotti lo raggiunsero e lo arrestarono. Pochi giorni dopo il gip di Udine dispose la misura cautelare in carcere.