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Un torneo adombrato dal rischio farsa, ma la soluzione c’è

Juve-Napoli non più solo una partita da omologare, ma vero e proprio caso politico.
Monica Tosolini

Juve-Napoli non più solo una partita da omologare, ma vero e proprio caso politico. Il pretesto diviene l’intervento o il potere esercitato da una qualsiasi ASL, più o meno manipolabile, in grado di gravare sul calendario calcistico già pesantemente condizionato dall’incombenza del Covid. Un virus forse non più letale come qualche mese addietro, ma pur sempre subdolamente in grado di menomare organici, innanzi ad impegni agonistici che dovrebbero premiare il merito di un gruppo di lavoro e non i fortunati refrattari.

Così scopriamo che il Genoa menomato, appesantito da una quindicina di atleti portatori seppur asintomatici lenti a ritrovare la normalità, dovrà schierare il 19 a Verona, almeno per bocca di Preziosi e il ds Fagiano, addirittura la squadra primavera, con tutte le polemiche che comporterà un’imposizione di tal genere per l’inficiata regolarità del torneo. Precedenti significativi di pandemia tra lo sport così capillarmente diffusa, se non sul finale della passata stagione, non si registrano.

Comprendiamo pertanto le perduranti difficoltà delle società nel limitare i comportamenti a volte estemporanei dei propri tesserati, a cui va concesso il beneficio della casualità o quantomeno sventura nell’intercettare l’ospite sgradito.

Cosa fare allora per salvaguardare i molteplici interessi di una macchina economica che non può essere fermata per ovvie ragioni, oltre a etica e lealtà sportiva, caposaldi di una cultura centenaria da non barattare con il vil denaro?

Saltare amichevoli come accaduto sabato tra l’Udinese e i cugini del Pordenone fa poco male, ma consentire all’ultima ASL di bloccare all’ultimo istante una trasferta, quando il mondo del tifo ha pianificato con rinunce la visione più attesa della settimana, beh, se non é una farsa poco ci manca. Il modello Napoli checché ne dicano i Ricciardi e Pregliasco di turno, non può divenire la regola, e lavorare in “bolla” per una società professionistica che si deve spostare ciclicamente in trasferta, è di fatto inattuabile.

Se si vorrà preservare il torneo dal concreto rischio di vanificare la stagione, l’abiurata immunità di gregge diventerà pressochè una necessità, con assembramenti che nello sport dovranno venire consentiti. L’asintomatico verrà considerato alla stregua di un infortunato, sperando nella lealtà di ogni società nel dichiarare i complessi risultati dei testing.

Come tutelare allora il merito sportivo e una “reductio ad equitatem” cui i giocatori sarebbero sottoposti in caso di limitazione delle gare? La soluzione c’è. Fissando una data certa, a parità di partite giocate, conterebbe come sempre la classifica finale. Vincerà o si qualificherà per le posizioni che contano – vedi play-off- chi sarà stato più capace e fortunato schivando il virus quanto possibile.

Andrebbe tuttavia salvaguardata o meglio garantita, la permanenza in categoria, situazione che non solo mette angoscia ad almeno una decina di società, ma consentirebbe di ridurre il rischio infortuni lanciando inoltre giovani virgulti senza l’ansia dei punti da conquistare, un po’ come accade in NBA. Retrocedere nella condizione di non poter dimostrare il merito sportivo non è eticamente accettabile, dunque la soluzione potrebbe essere davvero quella di bloccare le retrocessioni per l’anno in corso senza per questo limitare le promozioni dalla B.

L’attuale stato dell’arte potrebbe paradossalmente dare la stura ad una riforma dei tornei professionistici peraltro attesa da anni. Portato a casa alla meglio questo torneo che si annuncia a dir poco sgangherato, minato per di più da trasferte in Europa dal sapore avventuroso, una serie A ‘21/22 con partenza ad ottobre e caratterizzato da 23, 24 club, potrebbe perché no dipanarsi in una stagione certamente lunga, che contempli per esempio pure i play-off e play-out da concludersi persino a luglio, il tutto facilitato da un mondiale in QATAR da giocarsi a novembre del 2022. È solo un’idea, tuttavia meritevole di attenta analisi.

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