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Udinese mai doma per un pari meritato

Siamo al “sold out” al Friuli, segno che l’entusiasmo tende alle stelle.
Monica Tosolini

Siamo al “sold out” al Friuli, segno che l’entusiasmo tende alle stelle. Il campo principale del 9° turno del massimo campionato ancor più di Milan-Juve, si identifica per molti nella sfida tra UDINESE e Atalanta, collocati nel solco di storici club di provincia, dimostratisi oltremodo abili nella pianificazione gestionale sia tecnica che finanziaria, invero due gioielli riconosciuti del calcio nostrale.

La Dea si sa, ubicata nei piani alti di classifica non é più sorpresa, la critica come asserisce il suo tecnico, forse non le accredita come in passato facilità nell’esprimere un calcio totale a volte persino spettacolare come dimostrato a più riprese, ma é altrettanto vero che il neo pragmatismo preteso dal Gasp alla 300.a in A, pare sortire risultati sorprendenti. Nessuna sconfitta associata a 6 vittorie, 2 pari e solo 3 gol subiti in 8 gare, rappresentano un bottino che solo il Napoli é riuscito ad equiparare. Gli orobici giungono a Udine da primatisti, ma con qualche indisponibilità di troppo specie in difesa, assenze che rispondono ai nomi di Musso, Toloi, Palomino, Djimsiti, oltre a quelle di Zapata e Zappacosta, non proprio irrilevanti ad onor del vero. L’ex bianconero Soppy partito precocemente da Udine direzione Bergamo parte dalla panchina diversamente da Muriel l’altro ex, cinico carnefice quando opposto al club che avuto la lungimiranza di portarlo in Italia, incapace tuttavia di valorizzarlo appieno.

Impegno comunque difficilissimo per gli uomini di SOTTIL il quale alla vigilia subisce la defezione di BECÃO (inserito EBOSSE con PEREZ a destra), ma punta in avanti al rilancio dal primo di gioco di bomber BETO sino ad oggi risolutivo nei numerosi subentri. Udinese con il lutto al braccio e doveroso raccoglimento per la prematura scomparsa di Lorenzo Toffolini, un vero tuttofare in società, nonché figura che mancherà molto a tutta la famiglia bianconera. Condoglianze sincere alla famiglia.

Si parte con l’intensità che é tipica delle due compagini. Gran difesa quella orobica, grande capacità di creare occasioni e reti per i padroni di casa. I portieri non vengono significativamente impiegati nella prima mezz’ora di gioco con difese che tendono a prevalere sugli attacchi opposti. Il “gordo” colombiano come amano apostrofarlo i detrattori, non pare particolarmente ispirato, almeno sino a quando non si accende attorno al minuto 36; ricevuta palla mediante un lancio di oltre 60 metri da Koopmeiners – gran sinistro il suo – si inventa un traversone diabolico che intercetta la velocità di Lookman sul lato opposto, il quale da due passi insacca. Due passaggi perfetti e gol, pragmatismo e classe a servizio di una squadra capace di dimostrare una volta di più che lassù non c’é per caso.

L’Udinese pare non subire il contraccolpo, ma la frenesia prodotta, forse superiore alla lucidità consueta, impedisce di impensierire Sportiello, nell’occasione sostituto di Juan Musso. Forse per la prima volta dopo Milano, l’Udinese dimostra di “avvertire” il peso della sfida. Alla ripresa ci si attende un’Udinese, peraltro instancabilmente sorretta da un pubblico fantastico, trascinante, quasi da brividi, attiva almeno quanto il finale di frazione. Gli orobici dimostrano altresì che se concedi loro dei varchi, essi stessi non esitano affatto a prenderseli. In tali circostanze Luis Muriel, le cui qualità son ben note, é secondo a pochi. Trovato lo spazio libero sul fondo campo, costringe al fallo da rigore UDOGIE nell’occasione in ritardo; rigore ineccepibile che cade attorno al 10º della ripresa, e niente da fare per SILVESTRI che intuisce senza riuscire ad intercettare. 12º centro per il colombiano contro l’Udinese, numeri che se non rappresentano un record, poco ci manca; partita apparentemente compromessa assimilabile per i bn ad un Everest da scalare vista la solidità degli avversari.

I ragazzi di SOTTIL vantano tuttavia un record dalla portata continentale – 12 punti recuperati da situazione di svantaggio – dimostrando che se un difetto si può annidare, non è certo riscontrabile nel carattere, connotato che normalmente non di discosta molto da quello ascrivibile al proprio condottiero. La squadra non si disunisce e supportata da un tifo incessante, inizia a premere. Le situazioni si moltiplicano anche grazie al sempre efficace ingresso intorno all’ora di gioco di SAMARDZIC, oltre a quello di ARSLAN e SUCCESS. L’opportunità ghiotta arriva a metà ripresa quando una punizione dai 25 metri viene capitalizzata al meglio con maestria, dal talentuoso DEULOFEU al primo centro stagionale. L’Arena diventa una bolgia, il tifo il classico 12º uomo. Le occasioni fioccano una dopo l’altra con la Dea visibilmente impaurita. 10 minuti dopo da un angolo, la coppia DEULOFEU- PEREYRA si inventa un cioccolatino per PEREZ appostato in area, il quale da 3 metri non può fallire l’impatto con la sfera che finisce in rete. I decibel profusi dall’Arena superano inesorabilmente la soglia del consentito…. Raggiunto il meritato pareggio, la trans agonistica porta i bn a cercare persino la vittoria che sfugge a pochi istanti dal termine attraverso una conclusione da una decina di metri di ARSLAN che si spegne ad un paio di metri dalla porta difesa da Sportiello. Forse sarebbe stato davvero troppo, certo non sarebbe stato un furto. Piuttosto non osiamo immaginare cosa sarebbe potuto accadere negli spalti se quel diagonale si fosse insaccato in fondo al sacco. Roba da infarto!

Rimane alla storia una grande partita, l’ennesima grande interpretazione dei ragazzi che accrescono il consenso sin qui maturato, per giunta contro un avversaria di livello assoluto. Un’Atalanta che ha dimostrato anche al Friuli di non essere inferiore alle presunte grandi del calcio italiano e dunque meritevole di contendere il tricolore alle società più blasonate. In conclusione dunque, riflettendo in termini analitici, potremmo evincere che se i ragazzi di SOTTIL hanno ampiamente dimostrato specie nell’ultima mezz’ora di non essere inferiori nemmeno alla capolista, allora vuoi vedere che …..

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