Con il flop clamoroso forse momentaneo del calcio-business (c’è tuttavia da giurare che ci riproveranno), incarnato dal fallimento della Superleague, il calcio dei romantici “squattrinati” riaccende i riflettori, forte di un amore interclassista mai venuto meno, fortificato semmai ancor più da tentacolari e poderose radici popolari. Sarà quantomeno curioso comprendere quale trattamento riserveranno le istituzioni del calcio alla Juve e ad Agnelli, il vero, grande propugnatore della diaspora.
Il Cagliari di Semplici affamato di punti cerca al Friuli quantomeno di accorciare sulla quart’ultima. A difendere la porta degli isolani l’udinese Vicario cresciuto nella primavera bianconera accanto a SCUFFET, Meret, Perisan in una squadra che annoverava anche un certo Bruno Fernandes. GOTTI orfano di RDP, complice il turno infrasettimanale, lascia in panchina SAMIR e affianca FORESTIERI ad OKAKA nell’usuale 5311.
La partita vive di ritmi non esaltanti con il Cagliari a fare la partita vista l’emergenza in classifica. L’Udinese sonnecchia come quasi sempre avviene nelle prime mezze ore di gioco, un po’ per valenza tattica, un po’ per scarsa propensione a partenze brucianti. Dopo 5’ Pavoletti scheggia il legno dimostrando che i rossoblu non son scesi in campo per accademia. L’episodio più importante avviene sulla fase finale della frazione con Joao Pedro molto abile a scavalcare BONIFAZI e battere MUSSO, peccato per gli isolani che la rete venga annullata da un fallo precedente subito da FORESTIERI a centrocampo. Il primo tempo si chiude così sul nulla di fatto.
Nessun cambio ad inizio ripresa e soliti ritmi plafonati. A sbloccare la situazione ci pensa peró l’arbitro Guida al 10º di gioco quando situato a pochi metri dall’azione incriminata, prima giudica involontario un fallo di braccio di MOLINA rivolto di schiena il quale ha il torto di ribattere un colpo di testa ravvicinato di un avversario in area di rigore, poi, fattosi chiamare dal Var- il vero arbitro – concede un rigore che definire dubbio è persino diabolico. Joao Pedro trasforma con MUSSO (da notare come sia scarsa la propensione a neutralizzare i penalty) che quasi intercetta il diagonale. Cagliari meritatamente avanti per la voglia messa in campo, Udinese vagante senz’anima orfana come non mai del proprio condottiero seduto in tribuna accanto all’amico PUSSETTO. Paradossale come la qualità del Diez ieri sia emersa ancor più in assenza che in presenza, anche se in parte lo si poteva intuire. Sarà bene che di ciò se ne tenga debitamente conto quando la separazione dal talento argentino diverrà materialmente effettiva, poiché il danaro non va in campo e non realizza né gol né assist.
Dentro NESTOROVSKI al 60º che dopo qualche minuto trova la traversa – son 16 i legni in stagione – e a 10’ dalla fine BRAAF le cui qualità espresse nei pochi minuti giocati, non fanno altro che aumentare il rimpianto per lo scarso minutaggio concesso sino ad ora nella parentesi bianconera. Non vogliamo assolutamente sostituirci al mister, ma sinceramente non capiamo del perchè un talento così puro non venga utilizzato in quantità più massicce. I soli 20’ finali di buona intensità, caratterizzati altresì da scarsa lucidità, dimostrano come l’onesta (non buona) stagione sino ad ora vissuta, possa essere dipesa dai talenti in organico più che dalla personalità di squadra, abile sì a difendersi, ma insufficiente nel proporre. GOTTI potrà certamente rammaricarsi per un rigore inventato e per l’ennesimo gol a porta vuota fallito (NESTOROVSKI), ma se l’approccio alle gare non riesce ad andare oltre quello osservato, beh… se ne deduce che i risultati, raramente mendaci, appaiono come una logica conseguenza.
La salvezza non dovrebbe essere a rischio, in fondo con 3,4 punti l’obiettivo dovrebbe essere centrato, ma ora i punti di sicurezza sul Cagliari sono meno di 8, considerato che i sardi son passati in vantaggio sugli scontri diretti e all’orizzonte ci sono Benevento fuori e Juventus poi al Friuli con in gioco la qualificazione in Champions. Non vorremmo proprio essere in GOTTI qualora tra 10 giorni i punti fossero sempre 36 e il Cagliari (Roma in casa e Napoli al Maradona) fosse nei paraggi.
La gara doveva dare certezze sul futuro, svelare certezze, invece ha fatto capire principalmente quanto l’incidenza di Don Rodri sia rilevante sulla gestione della gara. Tra i giovani MAKENGO é sparito dai radar, BRAAF viene usato col contagocce, OUWEJAN pure, mentre i centravanti non segnano nemmeno a porta vuota; soprattutto l’annata sembra anonima come e quanto quelle che l’hanno preceduta. Via MUSSO e DE PAUL … da dove ripartire poi?
Abbiamo sempre difeso GOTTI, il quale un’identità alla squadra in verità l’ha data, netta in chiave difensiva, molto meno in ottica realizzativa. La squadra ha una buona capacità e ordine nella fase di non possesso, manca tuttavia di velocità affidandosi quasi esclusivamente alla verve degli argentini. Gli alibi non mancano per il tecnico sia chiaro, qualora si analizzino le potenzialità tra gli avanti. Per un verso o per l’altro il contributo delle punte appare oltremodo insufficiente, sia questo dipeso da demeriti personali o per situazioni contingenti, fatto sta che nessun club ha un attaccante in graduatoria, sotto i 4 centri. L’Udinese si, poichè marcia con OKAKA e PUSSETTO a quota 3, NESTOROVSKI a 2, DEULOFEU, LLORENTE e FORESTIERI a 1! Ogni commento in tal senso appare superfluo.