Home » Notti magiche…trent’anni dopo

Notti magiche…trent’anni dopo

Trent’anni dopo, a giugno, gli stadi sono nuovamente protagonisti in Italia.
Monica Tosolini

Trent’anni dopo, a giugno, gli stadi sono nuovamente protagonisti in Italia. Stavolta non per un Mondiale, ma per una anomala conclusione di stagione ancora ostaggio del coronavirus. Raramente dopo il 1990 Udine ha ospitato nel mese di giugno confronti importanti (tipo l’Europeo Under 21 lo scorso anno). E adesso che la città si appresta a vivere un’altra estate calda, in cui spera di poter riaprire almeno in parte lo stadio ai suoi tifosi, non può non tornare alla mente quella del 1990, quando il ‘Friuli’ fu designato per ospitare tre gare del Gruppo E di quel Mondiale. Sarà tutta un’altra cosa, soprattutto perché senza i tifosi sugli spalti il fatto emozionale ne risentirà in maniera tale da poter anche incidere sui risultati. Ma l’Italia, e il mondo, nell’estate del 2020 devono far fronte ad una battaglia vitale.

Nel 1990 lo scenario che faceva da contorno ai Mondiali era ben diverso. Quelli erano anni di prosperità economica e sociale per il Bel Paese e anche nel mondo del pallone la nostra Nazionale godeva di una certa considerazione. A quell’edizione dei Mondiali, la squadra azzurra era guidata dal ct Azeglio Vicini, il tecnico che, tre anni dopo, fu da luglio a settembre l’allenatore dell’Udinese. In quella rosa c’erano illustri mister attuali come Zenga, Donadoni, Ancelotti e Mancini e due volti noti ai friulani come quelli del conterraneo Gigi De Agostini e di Andrea Carnevale. E la squadra azzurra sognava con le magìe del Divin Codino Roberto Baggio ed ora ovviamente tra le favorite per la vittoria finale assieme all’Argentina del Pibe de Oro Maradona. Campioni rimasti lontani dal ‘Friuli’.

A Udine, la città più piccola tra quelle designate, erano state assegnate tre gare del girone E, quello in cui erano state inserite Belgio, Spagna, Uruguay e Corea del Sud: nazionali che avevano ben altra caratura rispetto a quella attuale. Il Belgio, squadra testa di serie, ha giocato tutte le sue gare a Verona, a Udine hanno ruotato le altre tre.

Scelte prevedibili che però non fecero venir meno l’entusiasmo della gente e la voglia della città di darsi una ‘sistemata’ al look, in vista dello spettacolo che si apprestava ad ospitare. I friulani, delusi dalla retrocessione della propria squadra e dal nuovo scandalo del calcioscommesse, che portò a cinque punti di penalità per i bianconeri, cercavano di ritrovare entusiasmo facendosi trascinare dal carrozzone azzurro.

Nella decentrata Udine, però, il Mondiale durò lo spazio di otto giorni. Il primo match al Friuli si giocò il 13 giugno 1990 (il torneo iniziò l’8). Alle 17 (orario ‘penalizzante’ per le squadre in estate ma scelto anche per la conclusione di questo campionato) davanti a oltre 35mila spettatori si affrontarono Uruguay e Spagna: tra i sudamericani c’era Enzo Francescoli, che nel 1993 è approdato in Italia per giocare prima a Cagliari e poi a Torino; gli iberici avevano in porta Zubizarreta e in avanti la stella Butragueno. La prima partita in Friuli finì 0-0: nessun gol, ma a inizio torneo ci si poteva aspettare che la tattica condizionasse lo spettacolo. Ben diversa la musica il 17 giugno quando la Spagna mandò ko la Cenerentola Corea del Sud con un 1-3 maturato nella ripresa, dopo che il primo tempo si era chiuso sull’1-1. Eroe della serata Michel, autore della tripletta che ha dato il successo alle Furie Rosse. Il 21 giugno la vittoria di misura dell’Uruguay sulla Corea del Sud per 0-1 ha spento i riflettori della manifestazione su Udine.

Di quello storico evento, oggi rimangono le ‘opere’ costruite per la città, in particolare il parcheggio di piazza Venerio e viale Pasolini, che in realtà è stato completato parecchi anni dopo i Mondiali. E allo stadio, la torre con gli ascensori dietro le tribune è ancora lì, mentre il famoso ‘pallone’ antistante le tribune è sparito e la copertura, vera necessità per l’impianto, è stata realizzata ben 25 anni dopo. Ma soprattutto di quelle ‘notti magiche’ resta la ricorrenza di un evento così lontano nel tempo e nei ricordi: tutto adesso è cambiato e a farne le spese rimangono, come sempre, i tifosi, ai quali non resta che il rammarico di aver perso un calcio che ancora sapeva emozionare.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia