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L’Udinese torna da Roma con la lista delle criticità

All'Olimpico l'Udinese ha pagato l'assenza di Pereyra, ma anche problematiche di lungo corso
Monica Tosolini

“Questa squadra non deve stare troppo a pensare, deve andare forte e giocare un calcio verticale”: è questo uno dei problemi dell’Udinese emersi nella trasferta romana, che Cioffi ha evidenziato a caldo. Quindi oggi, nel giorno di riposo, non è sbagliato ipotizzare che il mister si sia messo a riflettere su ciò che non è andato in una squadra che nel primo tempo ha fatto tornare alla mente la peggior versione di sé, già proposta troppe volte prima del suo avvento. Una Udinese senza aggressività, senza idee, poco propositiva. “Sappiamo cosa non dobbiamo fare mai più”, ha sentenziato il mister, ben conscio delle criticità. La prima si chiama Roberto Pereyra: in questa stagione mai prima di ieri era stato tanto evidente quanto il Tucu sia importante per questa squadra. L’inedita coppia Thauvin-Success si è persa nell’inconsistenza bianconera del primo tempo. E ne ha risentito anche Samardzic, altra ‘criticità’ da evidenziare: il serbo non riesce a trovare continuità di prestazione e senza Pereyra al suo fianco sembra proprio non esserci speranza. Cioffi, infatti, lo ha sostituito. A destra è mancato anche l’apporto di Ebosele, recuperato in settimana dopo l’affaticamento patito in nazionale. Quasi nullo il suo apporto in copertura e ha pure perso troppi palloni. A Roma si sono nuovamente pagati a caro prezzo gli errori individuali: in questo caso quello di Bijol che si è perso Mancini in occasione dell’1-0. Tanti segnali ad indicare un evidente passo indietro, che però poco ha a che vedere con il problema della personalità dell’arbitro: la sconfitta è arrivata solo per colpa dell’Udinese. Da questa considerazione bisogna ripartire guardando al Verona.

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