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L’Udinese si schianta

Comincia a diventare preoccupante il trend intrapreso dall'Udinese.
Monica Tosolini

Comincia a diventare preoccupante il trend intrapreso dall’Udinese. Sono 8 i gol subiti nelle ultime 3 gare, quando fino a prima la squadra si era sempre dimostrata piuttosto ermetica senza mai sbracare (saldo positivo tra gol fatti e subiti, almeno fino a ieri). 2 sconfitte nelle ultime 3 apparizioni, con una possibile terza scongiurata nel finale di rigore con il Monza in casa, al termine di un secondo tempo imbarazzante. Atteggiamenti deprecabili di qualche giocatore fuori dal contesto. Ritiro si ritiro no, con la margherita che viene di volta in volta sfogliata come se venisse messo ai voti, senza mai raggiungere il quorum.

Insomma, ne sono accadute di cose dalla vittoria contro il Milan di 4 settimane fa, e proprio quando la squadra sembrava essere uscita dal tunnel lunghissimo che l’aveva vista senza vittorie, la stagione bianconera ha preso una piega preoccupante con un’involuzione di gioco evidente che dissocia da quanto si era visto fino all’ultima sosta per le nazionali. Si perchè, anche in quell’infinito filotto senza vittorie, l’Udinese in diverse partite aveva palesato gioco, personalità, identità di squadra, e in diversi match la vittoria era sfuggita per dettagli, episodi, qualche palo o qualche miracolo del portiere avversario, e per contro qualche autogol sfortunato, il tutto in un contesto spesso di superiorità di gioco o quantomeno di prestazione convincente.

Dalla gara di Bologna sembra che Sottil abbia smarrito la sua creatura e l’identità che aveva instillato in essa in tutti questi mesi. La gara di Roma, pur con l’Handicap dell’assenza di Beto (al quale si aggiunge quella ormai cronica di Deloufeu) è difficile da giustificare in tutta la sua negatività. Va rimarcato che la Roma era orfana di Dybala e che soprattutto era reduce dalla trasferta di Rotterdam di soli 3 giorni prima, con un turn over parziale annunciato e applicato da Mourihno, nonostante ciò la squadra che sembrava avere una gara settimanale sulle gambe pareva essere l’Udinese.

Un primo tempo dove per larghi tratti la squadra di Sottil ha fatto fatica a mettere assieme tre passaggi di fila nella metà campo avversaria; impaurita ed incapace di gestire il palleggio in uscita dalla difesa con insoliti errori tecnici evidenti da parte di diversi interpreti, soffocata da un pressing giallorosso, si ben portato nella sua ampiezza e collettività ma certo non trascendentale. Per tutto il primo tempo l’uscita bassa in transizione bianconera si è avvalsa di infiniti scambi tra il tridente difensivo di Sottil, scarico verso destra ad Ezhibue, e transizione che si interrompeva sul pressing avversario. Per ben 4 volte Pereyra si è abbassato sull’ufficio di destra per portare la sua qualità nella gestione della palla, con Ezhibue che si lanciava nello spazio, Success che rimaneva isolato davanti, e Samardzic che colpevolmente rimaneva basso, senza offrire uno sbocco avanzato. Catena di sinistra poco chiamata in causa, di fatto Lovric e Udogie costretti più ad inseguire l’intraprendenza di Celik e Wiljlnadium che a proporre scorribande interssanti. La mancata profondità di Beto spiegava qualcosa ma non poteva spiegare tutto, soprattutto non poteva spiegare l’apatia e la mancanza di coraggio che ha pervaso la squadra per larghi tratti. Il rigore conquistato da Lovric nella ripresa è giunto al culmine di una decina di minuti nei quali, per la prima volta, l’Udinese ha alzato gli esterni, con Udogie soprattutto, il quale è entrato in partita, e qualche miss match finalmente è stato vinto a centrocampo, offrendo una parvenza di dignità ad una prestazione davvero preoccupante; preoccupante è stato anche il modo in cui è stata cestinata la chance per riaprire il match con il rigore sbagliato, e la consegna all’avversario a 25 minuti dalla fine, proprio come a Bologna.

Situazioni che si ripetono insomma e non sono certo segnali positivi. Ricordando che la Roma aveva le scorie di coppa ad intossicare i tessuti muscolari dei suoi calciatori, viene da chiedersi cosa prepari Sottil in settimana da dietro i teloni criptici degli impianti del Bruseschi.

Come e quanto lavorano i ragazzi durante la settimana? I vecchi mister di un tempo erano soliti profetizzare che la partita della domenica è figlia del lavoro settimanale, in qualche modo ne rappresenta la cartina tornasole. Ebbene vedendo il risultato delle ultime tre gare viene da mal pensare circa le sedute di training svolte. La squadra appare stanca, meno brillante degli avversari, in costante ritardo sulla palla e fiappa nel portare ripartenze come da manuale, caratteristica che ha sempre contraddistinto dell’Udinese. Il tutto si aggiunge ad una gestione del gruppo piuttosto incerta da parte della Società, incapace di imporre un ritiro, evidentemente osteggiato dal gruppo squadra. Una volta quando il ritiro veniva imposto dal Paron, veniva eseguito senza battere ciglio.

Ora sembra solo un noioso argomento di conversazione, che viene portato in ​ essere per poi essere archiviato senza paura e pensieri, nonostante alcuni comportamenti oltre le righe da parte di qualche atleta, oltre il contesto sportivo.

Se la linea morbida sposata dalla Società, unitamente ad una salvezza ormai conquistata da tempo, con elementi già sul piede di partenza, genera questo tipo di prestazioni, c’è da rabbrividire all’idea di quante giornate ancora mancano da qui alla fine (8) e a quanti agghiaccianti spettacoli i tifosi potrebbero ancora assistere, con la prospettiva di ingoiare tanti rospi difficili da mandar giù.

Insomma, le ultime giornate di campionato possono rappresentare una via crucis e un’agonia per i tifosi, ma in tutto questo ad indignare ancor di più i supporters finisce per essere l’assordante silenzio societario, che pare farsi scivolare addosso la situazione venutasi a creare. Il tutto con buona pace dei propositi di Europa sbandierati non tanto tempo fa.

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