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L’Udinese non sprinta

Prestazione deludente anche ieri a Reggio Emilia
Redazione

Niente da fare. Se la partita di Sassuolo doveva offrire un cambio di marcia e una risposta all’ultima vergognosa prestazione interna contro il Torino, laddove a livello di proposta di gioco si è toccato forse il punto più basso, più umiliante di una sventurata stagione, ebbene chiunque può dire di essere rimasto deluso. L’Udinese a Sassuolo ha offerto il minimo, nel momento in cui ci si aspettava una sgasata da tre punti che avrebbe messo al sicuro la squadra dalle correnti discensionali della classifica. Contro una squadra, il Sassuolo, in evidente e palese difficoltà, invece, gli uomini di Cioffi sono addirittura riusciti nell’impresa di andare sotto, per poi riagguantare immediatamente il pari prima del gong di fine primo tempo.
Quello che maggiormente preoccupa in questa squadra è la voglia mostrata sul rettangolo verde, inversamente proporzionale a quella dei tanti e ammirevoli tifosi che sono giunti al seguito, incitando per tutti i 90 minuti una squadra che ha davvero dato pochi cenni di vita. Qualche bella combinazione tra Pereyra e Thauvin sulla trequarti, diversi inserimenti velenosi di Lovric (che poi però ha fallito almeno 3 palle gol da dentro l’area vanificando il tutto!), un paio di conclusioni di un discreto Lucca, respinte da Tressoldi, anche sulla linea di porta, e soprattutto un gol preso su una ripartenza della squadra di casa; un contropiede che fa male perchè è bastato un filtrante di Henrique a  tagliare fuori in verticale tutto il centrocampo bianconero, con Defrel,bestia nera dei bianconeri, pronto a ricevere scattando alle spalle di un inadeguato, per la posizione, Samardzic, con Perez completamente fuori posizione. Il gol del Sassuolo in quel momento è apparso un fulmine a ciel sereno, dal momento che l’Udinese pareva aver preso possesso il centro del ring, e aver prodotto già un discreto quantitativo di occasioni succulenti, con trame anche di discreta fattura.
Cioffi per la prima volta aveva “osato” schierare Samardzic Pereyra e Thauvin tutti assieme dall’inizio, seppur con posizioni che fanno storcere un po il naso, specie quella del Serbo, e va detto che quando la squadra si è distesa in transizione qualche barlume di qualità l’ha mostrato; il problema è che tanto ha creato e tanto ha  fallito, con Lovric che in questa voce ha spiccato. Tanta volontà da parte dello sloveno ma davvero anche tanta imprecisione. L’Udinese ha menato le danze fino al 70’ o giù di li, quando ha sbattuto anche su una traversa con Thauvin su punizione pennellata da Samardzic, e da li il Sassuolo ha preso campo, anche se l’unico schema dei padroni di casa era isolare sull’esterno Laurentie che puntava costantemente  Ferreira, in costante difficoltà specie nel primo tempo, per poi riuscire a prendergli le misure con il passare dei minuti.
Fortuna per l’Udinese che come detto il Sassuolo di oggi è questo: una squadra a tratti sconcertante, con un fase difensiva che grida vendetta (e grida ancor più vendetta il fatto di averla bucata una sola volta ) una trequarti sulla carta interessante, ma che  di fatto dipende molto dalle lune di Laurentie, e un Pinamonti davvero con le polveri bagnate (clamoroso il gol che fallisce all’alba della sfida). Per il resto Defrel ha timbrato il cartellino, più che altro perchè si è ricordato che contro l’Udinese lo ha sempre fatto,  ma poi è sparito anche lui nel grigiore di una manovra lenta e prevedibile. La squadra di Ballardini in area ci è arrivata poco, ed è stata costretta più che altro ai tiri della disperazione dalla distanza. Ripeto, non aver incamerato l’intera posta in palio contro un avversario così accomodante è un peccato mortale, specie alla luce del fatto che le prossime due sfide per l’Udinese si annunciano proibitive con Inter e Roma, e il solo margine di 3 punti dalla linea di galleggiamento di certo non rappresentano un capitale confortante. Stupisce in negativo come questa squadra faccia una fatica immane a destarsi da un torpore a volte avvilente; non mostra le unghie e i denti, elementi tipici di chi deve guadagnarsi lo spazio salvezza; appare superficiale, a tratti leziosa, e priva di cattiveria ai limiti dell’indisponenza.
Come se non bastasse fisicamente la squadra pare durare 65-70 minuti, quindi o riesce ad indirizzare la gara in quel lasso di tempo oppure buonanotte al secchio. Anche questo particolare fa riflettere. C’è da chiedersi come sia possibile per una squadra che vanta solo un impegno a settimana, non riuscire a mantenere ritmi alti per 90’ minuti. Le parole di Cioffi dopo la gara col Torino, creano disappunto: aveva infatti precisato di aver sottovalutato la stanchezza di alcuni suoi uomini dopo la vittoriosa trasferta di Roma sponda Lazio. Dopo 5 giorni! Ripetiamo, la squadra ha una sola sfida da preparare a settimana. Parole che davvero creano sconcerto e rabbia. 

PAOLO BLASOTTI

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