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La mossa del Governo: solo un grado di giudizio per i ricorsi

E' brutto ripetersi, ma la verità è che alla fin fine, la situazione per la serie A è sempre la stessa.
Monica Tosolini

E’ brutto ripetersi, ma la verità è che alla fin fine, la situazione per la serie A è sempre la stessa. Per la verità, ogni giorno ci sono notizie, ma arrivano per lo più dalla politica (che di fatto ha in mano il coltello per decidere l’eventuale ripresa del campionato) o da presidenti che annunciano prese di posizione sulle quali poi si ravvedono. Il tutto per elargire suggestioni di novità che di fatto, però, non cambiano niente, perchè siamo sempre allo stesso punto, ostaggi del coronavirus e delle scelte del Governo. 

L’apparente apertura data ieri con la concessione della possibilità degli allenamenti di squadra non convince nessuno. I paletti messi sulla strada della ripresa sono tanti e tutti belli pesanti. Ma ce ne sono di ulteriori che finora sono praticamente passati inosservati e che non inducono all’ottimismo per la ripartenza del campionato. Sì, perchè nelle 450 pagine del famoso ‘Decreto Rilancio’, c’è quell’articolo 211 che nel punto dedicato alle “disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e conclusione dei campionati” prevede, secondo quanto riporta calcioefinanza.it, che “alle federazioni venga concesso il potere di annullare, proseguire o concludere i campionati, adottare classifiche finali, e organizzare le norme per la stagione 2020/21. Ma soprattutto, centralizza tutti i ricorsi in un unico grado presso il Collegio di garanzia dello Sport presso il Coni, eliminando i due gradi di giudizio federali che avrebbe rischiato di bloccare definitivamente lo sport in vista della prossima stagione”.

In sostanza, la Federazione può (alla fine dovrà) prendere la decisione di andare avanti o chiudere. Ricordiamo che il termine finale è quello stabilito dalla Uefa per il 25 maggio, giorno in cui l’organismo internazionale vuole vedersi recapitare i calendari di ogni competizione o, in caso di chiusura dei tornei, la classifica finale con relativi criteri fissati per stabilirla.

Se si arriverà alla chiusura, il Governo ha fornito l’assist per sbrogliare il problema dei prevedibili, numerosissimi ricorsi: deciderà il Coni in un unico grado di giudizio. Ed ecco così evitate le ingestibili incognite che sarebbero determinate da tutte le società pronte a ribellarsi alle decisioni prese. 

E, come da tempo va auspicando l’Udinese, ci si butterà anima e corpo sull’organizzazione della prossima stagione.

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