Home » E alla fine il Diavolo ci mette lo zampino

E alla fine il Diavolo ci mette lo zampino

Con l’uscita in perfetto stile di Luca Gotti dal mondo bianconero, inizia l’era CIOFFI.
Monica Tosolini

Con l’uscita in perfetto stile di Luca Gotti dal mondo bianconero, inizia l’era CIOFFI. Quanto sarà destinata a durare lo decideranno i risultati, fattore sempre decisivo nel calcio business. La mancanza di motivazioni infuse, o il deludente recepimento delle stesse ha portato ad una scelta pressoché ineludibile visto il ruolino assolutamente insoddisfacente delle ultime tredici gare corroborate da una sola vittoria, 6 pareggi e altrettante sconfitte. La colpa (in Toscana si dice che morì fanciulla) di tutto ciò, non é facilmente addebitabile, ma si sa, quando i punti non arrivano, appare molto più pratico sostituire il manico anziché una serie di giocatori poco inclini al progetto.

CIOFFI eredita una bella grana, al contempo tuttavia si trova dinnanzi ad una opportunità forse nemmeno sognata. Ben sa il fiorentino doc, che la permanenza sulla panca bn é figlia dei risultati, forse persino degli episodi, certo ben difficilmente dalla capacità di sviluppare gioco gradevole. La fase del torneo, la graduatoria stessa, pretende un sano pragmatismo, un po’ come incarna la personalità del mister, in passato difensore del Toro, pratico, essenziale, efficace. Sembra che i giocatori più rappresentativi lo abbiano gradito, ma anche loro sono ben consci che se vorranno salvarlo dovranno tirar fuori il proprio 110%, non il Superbonus…, ma una vera e propria serie di “super prove”. L’avversario é niente di meno che la capoclassifica, il Milan appena estromessa dalla CL, dunque presumibilmente dal morale un po’ abbacchiato.

CIOFFI riparte dalla difesa a 3 ripresentando un trio inedito, il rientrante BECÃO a destra, in mezzo capitan NUYTINCK entrambi assenti ad Empoli nella formazione iniziale, e l’argentino PEREZ schierato per la prima volta a sinistra in luogo dello squalificato SAMIR. In mezzo 5 uomini, MOLINA al rientro anch’egli a destra, UDOGIE sul versante opposto, WALACE a fare il frangi flutti affiancato dal rientrante MAKENGO a sinistra e ARSLAN a destra. In avanti il duo BETO – DEULOFEU, ex con la facoltà di giostrare sotto al portoghese. 3511 di antica memoria dunque, che in fase di non possesso diventa un 541.

Sul piano tattico non sembrano poi molti i distinguo dal primo Gotti. Si parte immersi in una temperatura prossima allo 0 con la capolista a girar palla, non sempre peraltro in totale controllo. In un paio di circostanze anzi, un palleggio improprio concede ficcanti ripartenze ad un’Udinese attentissima in fase difensiva – 532 ferreo e corto. Intorno al quarto d’ora un anticipo efficacissimo di ARSLAN prelude ad un lancio verso BETO molto simile a quello visto contro la Lazio. Il portoghese con l’allungo che si ritrova, per giunta affiancato da DEULOFEU, si invola verso la porta avversaria percorrendo 30 metri da giaguaro. Di fronte però si parava là sagoma imperiosa di un Maignan che riusciva a ribattere la conclusione; il rimpallo finiva su Tomori il cui tocco favoriva la conclusione vincente del centravanti bianconero. 1-0 meritato sul Milan che un po’ a sorpresa lasciava in panchina Kessié, Tonali, Messias inserendo dall’inizio un Bakaioko in parte colpevole sull’errore scaturito a centrocampo in grado di dare il lá alla ripartenza bianconera.

La squadra appare viva, tatticamente accorta e vigile; sempre abile nelle ripartenze e a lasciare poco campo alla squadra di Pioli che crea qualcosa sul finale di frazione con Diaz – conclusione a lato – e Theo Hernandez pizzicato in fuorigioco. Il Primo tempo termina dunque con un vantaggio seppur minimo, ma meritato. Alla ripresa c’é curiosità nel percepire se i cali di tensione consueti nella gestione Gotti si sarebbero ripetuti. Il Milan inserisce Messias sulla destra, elemento che a più riprese mette in difficoltà UDOGIE.

CIOFFI attento, comprende il rischio e inserisce a sorpresa ZEEGELAAR, apparentemente finito ai margini del gruppo. La mossa sortisce buon effetto e l’attenzione messa dall’olandese, vero elemento ritrovato, sembrerebbe l’emblema di un gruppo ricompattato non solo sul piano fisico, ma anche mentale. Bene dietro con un NUYTINCK regista della retroguardia tornato sugli standard elevati cui ci aveva abituati. Sul finale, non solo il Milan in svantaggio sembrava agire d’orgoglio più che di ragione, intasando l’area con traversoni in parte sconclusionati, ma incorreva nel clamoroso rischio di subire il raddoppio da parte di uno straripante BETO che liberatosi di forza da Romagnoli, concludeva a lato di un niente. E quando contro le grandi squadre non chiudi il match, il rischio della beffa si percepisce.

Una gestione non perfetta di palla a centrocampo favorisce l’ennesimo traversone che finisce in area in prossimità di due difensori bn, NUYTINCK e PEREZ in raddoppio su Ibrahimovic sino ad allora assai deludente. Così come l’anno scorso quando si inventó il gol vittoria sul finale, anche stavolta lo svedese sfruttava tutte le proprie qualità acrobatiche per stupire una volta ancora. La carambola di testa tra i due difensori favoriva il tocco sotto misura dello svedese che a pochi metri da SILVESTRI lo uccellava per bene. 1-1 e tanta rabbia tra i ragazzi di CIOFFI con netta sensazione da parte del gruppo di aver subito una beffa.

La reazione a due minuti dal fischio finale era veemente tanto da creare una situazione enorme con conclusione dagli 8 metri di JAJALO su cui si immolava Kessié, forse non al top di comdizione, ma capace di evitare una sconfitta ai suoi, pressoché certa. Ma la gara al 93° non era ancora finita. SUCCESS, esagerata la sua prestanza fisica anche nel far risalire la squadra, nell’occasione si opponeva al rinvio dell’estremo rossonero. Florenzi non ci stava, inveendo contro il nigeriano il quale reagiva sotto gli occhi dell’arbitro. Conclusione prevedibile: rosso al potente avanti bianconero che lasciva i suoi in 10 seppur per un solo minuto di gioco. Una disdetta pensando a quanto poteva essere utile l’ex Watford nella prossima sfida di Cagliari.

Ennesimo pareggio, ma squadra in parte trasformata, più che sull’aspetto tattico, su quello temperamentale e di coesione tra i reparti. La squadra é parsa attenta e compatta, dimostrando sempre ben chiaro quel che fare. L’atteggiamento, la voglia, oltre alla determinazione dimostrata nella lettura dei 94’ di gioco con l’attenzione mai venuta meno, é merito ascrivibile senza se e senza ma, al tecnico fiorentino. Lá gara conteneva in se’ coefficienti di difficoltà estrema, superati ai limiti della lode.

CIOFFI dunque merita riconferma per la gara di coppa Italia contro il Crotone prevista per martedì, gara in cui si dovranno fare le prove generali per la difficile trasferta in Sardegna, oltre alle prossime due gare, nell’ordine appunto Cagliari e Salernitana al Friuli. La convincente prova con i primi della classe, non solo dovrà essere replicata, ma dovrà portare inevitabilmente almeno 4 punti in due gare, pena il rischio dell’ennesimo avvicendamento – già son 12 gli allenatori diversi succedutisi negli ultimi 7 anni!

Dovrebbe rientrare SAMIR ma anche lo ZEEGELAAR visto ieri può tornare oltremodo comodo nel ruolo di esterno di difesa, specie qualora STRYGER LARSEN continui a vivere ai margini, in una sorta da divorziato in casa. La fiducia rifiorita dopo la buona prova contro i rossoneri, sembra tornare elemento imprescindibile oltreché dirimente verso un proseguio di torneo maggiormente sereno, ben consci che le gare a venire non potranno generare la miseria di un punto a partita come media. E questo concetto, il neomister, che “bischero” non gli é davvero, l’ha interiorizzato di molto bene.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia