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Cambio o no? L’Udinese prende tempo

La rabbia di ieri sera ha lasciato spazio alla riflessione.
Monica Tosolini

La rabbia di ieri sera ha lasciato spazio alla riflessione. Un addio di Gotti, che a caldo, al fischio finale del pesante tre a uno contro l’Empoli sembrava certo, man mano che passano le ore sembra sempre meno scontato. Le alternative di livello non sono certamente a buon mercato, e le altre forse convincono troppo poco per portare all’esonero anzitempo del tecnico di Adria, su cui la società ha investito molto.

A fare da paciere tra le varie frange societarie, che vedono spingere chi il nome di Maran, chi quello di Donadoni, oltre che di Stankovic o Zenga, è arrivato da Londra Gino Pozzo, che in dote con se porta alcuni nomi fuori dai radar, direttamente dal mercato spagnolo. Ma in questa selva di allenatori, ciò che prende sempre più piede è la conferma di Gotti a tempo: le prossime due settimane sono decisive, con quattro partite – contando anche la Coppa Italia – che tutto possono dire sul girone di ritorno dell’Udinese, e un cambio in corsa, una volta scemata la rabbia, sembra forse una soluzione troppo impetuosa.

Che sia cambio o che sia pazienza, la decisione della società ancora non è nota, a dimostrazione di una difficoltà di scelta, la stessa che aveva portato nelle scorse estati ad un Gotti confermato solo all’ultimo istante e ad un Semplici chiamato a Udine per firmare salvo poi cambiare idea quando tutto sembrava fatto.

Servono decisioni, anche difficili, e in questo senso va letto l’arrivo di Gino Pozzo da Londra: la confusione decisionaria può essere letale per una squadra già in acque agitate.

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