Parma-Udinese per Pasquale Marino è un confronto dal sapore particolare. Il tecnico siciliano ha allenato entrambe le squadre e recentemente è stato accostato all’Udinese per il dopo Tudor. In merito alla gara di domenica, a parmalive.com ha commentato: “Sarà una partita molto difficile per entrambe. L’Udinese sta vivendo un buon momento nonostante la sconfitta contro il Milan, e precedentemente avevano vinto tre partite. Il Parma sta facendo un grande campionato quindi ci sarà molto equilibrio. Dal punto di vista tattico sarà una gara impegnativa: il Parma sa giocare e ripartire bene, ha messo in difficoltà tantissime squadre anche più forti e meglio piazzate. E’ una partita da tripla”.
Il Parma ha 28 punti, l’Udinese 24: per la salvezza gran parte del lavoro è fatto? “Credo proprio di sì, anche perché hanno la struttura per competere per la prima metà della classifica. Il Parma già c’è, l’Udinese è in crescita e secondo me stanno facendo molto bene. In particolare il Parma è stato molto sfortunato nel perdere per infortunio giocatori importanti, ha rinunciato a Karamoh, Gervinho, ora Inglese si è rifatto male, sono perdite pesanti che hanno penalizzato il girone d’andata. Se hanno fatto molto bene nonostante queste defezioni, evidentemente la squadra ha un’identità e gran merito è di mister D’Aversa che sta facendo un gran lavoro in questi anni”.
D’Aversa sta stupendo anche quest’anno, le piace come tecnico? “Cresce di anno in anno, è in miglioramento. Quest’anno la squadra è più completa nelle varie situazioni di gioco, sia in fase di possesso che in fase difensiva, dove si chiudono bene negli ultimi metri e ripartono in maniera micidiale. Il Parma sa sia giocare e palleggiare che ripartire e sfruttare la profondità, sta arrivando a una completezza di gioco e va dato merito al mister. D’Aversa si migliora di anno in anno, ha una società e un direttore come Faggiano con cui si completa e lavorano alla grande”.
Crede possa essere il suo ultimo anno a Parma? Magari per una squadra con obiettivi europei… “Il Parma è una piazza destinata a lottare per l’Europa e se ha in casa un allenatore che cresce e con cui è ripartito dalla Serie C fino ad arrivare nelle zone alte in Serie A, per me il binomio potrà continuare nel tempo. Parma è una grande piazza, escludendo le big, i crociati sono a ridosso di Roma, Lazio, squadre di questo calibro”.
La sua avventura a Parma fu sfortunata, ha mai avuto il sentore di quello che stava accadendo con il duo Ghirardi-Leonardi? “No. In quel periodo la società sembrava buona, nessuno poteva immaginare una cosa del genere”.