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Beppe Dossena: Torino, con l’Udinese gara complessa

Beppe Dossena, doppio ex si Torino e Udinese, ha parlato dei temi della sfida di domani a 'toronews.net'.
Monica Tosolini

Beppe Dossena, doppio ex si Torino e Udinese, ha parlato dei temi della sfida di domani a ‘toronews.net‘. Dossena è innanzitutto tornato sul pareggio dei granata nel derby con la Juve: “È un punto guadagnato, un buon punto. Sono anni che il Toro non riusciva ad ottenere un risultato positivo contro la Juventus e quello raccolto sabato porta con sé tanti valori ed ha un peso intrinseco notevole. Soprattutto per quanto riguarda l’autostima e in preparazione proprio delle gare successive. È un risultato che a parer mio può dare tanti nuovi stimoli per il gruppo. Quando giocavo, la Juventus vinceva le guerre, ma il Torino è riuscito a conquistare alcune battaglie prestigiose”.

Dunque, i granata arrivano alla gara con l’Udinese con una marcia in più? “Sì ma sarà una partita difficile, perché l’Udinese è una buona squadra e anche se ha avuto un po’ di difficoltà è in grado di fare sia una partita fisica, che una partita più tecnica. Il Toro ci arriva con i serbatoi pieni di autostima, di forza e determinazione, ma come sempre sarà stato più semplice preparare la sfida con la Juventus. Questo perché contro una squadra di quel tipo si hanno molti più punti di riferimento ed è più chiaro quale debba essere il modo di giocare, mentre con tutte le altre formazioni, eccetto le prime tre o quattro, ci si trova di fronte a squadre che hanno lo stesso obiettivo e la tattica di principio è completamente diversa”.

L’Udinese arriva alla partita contro il Toro dopo due sconfitte, entrambe però di misura e contro squadre, Lazio e Atalanta, di alta classifica. Quali insidie può riservare Gotti agli uomini di Nicola? “Quello dei friulani è un gruppo solido che sta facendo un buon campionato, che sa stare in campo e che possiede dei principi di gioco. In particolare, sono gli argentini – con De Paul e Pereyra soprattutto – che danno qualità ed estro. Gotti è preparato e facendo il vice ad alti livelli si impara anche a gestire in prima persona la squadra”.

 Se dovesse sbilanciarsi, chi, tra Udinese e Torino, arriva favorita alla gara di sabato? “Sono due squadre che stanno bene, piene di autostima. È vero, l’Udinese ha perso le ultime due partite, ma le ha giocate un una certa maniera. Sotto questo aspetto, arrivano alla pari al fischio d’inizio. Poi penso la differenza la faranno i colpi di classe. Complessivamente, il tasso qualitativo è più alto nell’Udinese, però il Toro potrebbe essere più facilitato nel giocare una partita di trincea”.

La stagione del Toro è sempre in bilico e il tempo stringe, la salvezza è possibile? “La situazione è delicata. Ad oggi, credo che una tra Torino e Cagliari dovrà lasciare la Serie A. Certo, mancano nove partite e può capitare che anche chi sta più in alto infili una serie di gare negative e finisca col ritrovarsi in fondo. Penso che per lo stato attuale delle cose, sia il Cagliari ad essere più in difficoltà. Certamente però il Toro non può dormire sonni tranquilli. La squadra ora ha due punti di vantaggio sul Cagliari, ma l’importante è, in qualche modo, essere davanti a fine stagione”.

L’arrivo di Nicola sembra aver smosso le acque soprattutto dal punto di vista caratteriale. “Questi ragazzi hanno bisogno di prendere coscienza di quello che sta succedendo, di quali possono essere i pericoli. Bisogna che siano richiamati alla loro professione, perché come professionisti devono comportarsi. Nicola è un allenatore che porta sicuramente carattere e dedizione al lavoro. La mia sensazione è che se il Toro dovesse salvarsi la società dovrebbe però fare un salto di qualità sul piano tecnico, perché la squadra, parlando di qualità, qualche incognita la lascia. Credo che negli ultimi anni nel costruire la squadra ci sia stato poco equilibrio, però l’obiettivo della salvezza deve essere raggiunto con gli uomini che il Torino si trova a disposizione”.

Parlando di pianificazione, la permanenza di Belotti è ancora incerta… “È un calciatore che ogni allenatore vorrebbe avere, generoso e che lavora per la squadra. Incarna quello che dovrebbe essere un professionista, e rispecchia il giocatore moderno. Ora è di proprietà del Toro, per fortuna. I discorsi sul rinnovo restano interni alla società”.

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