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Brini: Se Musso parte, Scuffet è pronto per l’Udinese

Gli anni ’80 all’Udinese sono stati intensi: la A appena conquistata, la gran voglia di lottare per mantenere la categoria, il cambio di proprietà con l’inizio dell’era Pozzo.
Monica Tosolini

Gli anni ’80 all’Udinese sono stati intensi: la A appena conquistata, la gran voglia di lottare per mantenere la categoria, il cambio di proprietà con l’inizio dell’era Pozzo. Fabio Brini ha vissuto la passione friulana per cinque stagioni e, pur giocando nel ruolo di portiere, ha saputo conquistarsi il suo spazio nel cuore e nella memoria dei tifosi. Un po’ come hanno fatto, dopo di lui, altri portieri del calibro di Turci, De Sanctis, Handanovic e Musso.

Udine può vantarsi di aver avuto spesso grandi numeri 1. Oggi c’è Musso, in rampa di lancio e conteso dalle due milanesi, con l’Inter particolarmente presente.

Che sia già ora di cambiare aria, dopo due anni in Friuli? “Musso è un grande portiere – ci spiega Brini – ma credo che un altro anno a Udine gli farebbe solo che bene. Per un portiere è fondamentale giocare, all’Inter finchè c’è Handanovic non lo potrebbe fare. Lui ha in ballo anche la Nazionale: credo sia interesse anche dell’Inter farlo crescere ancora in un ambiente che già conosce e in cui gode di fiducia. Musso ha ampi margini di crescita, ma questi dipendono anche dall’aiuto dei compagni e dalle sue motivazioni”.

Con De Sanctis e Handanovic è uno dei migliori passati per Udine. Dovesse fare un podio con loro, come li classificherebbe? “Handanovic primo, De Sanctis appena sotto. Sono entrambi eccezionali. Musso si farà: questo è un ruolo che non si costruisce, lo devi avere dentro. Loro ce l’hanno”.

Handanovic ha voluto all’Inter Adriano Bonaiuti. Quanto conta l’allenatore dei portieri? “Molto, perché serve empatia, l’allenamento non è solo fisico ma anche mentale: un portiere deve essere sempre concentrato, non si può permettere rilassamenti”.

In Italia, adesso, chi è l’erede di Buffon? “Non saprei. Il problema è che qui sembra sia finita la scuola portieri che era uno dei nostri vanti. Ora pochi club puntano su quel ruolo: l’Udinese, che recentemente ha sfornato Scuffet, Meret e ora Gasparini, è uno di questi”.

Lei ha nominato Scuffet. A Spezia è cresciuto molto. Potrebbe prendere il posto di Musso, se l’argentino partisse? “E’ maturato molto in questa stagione, credo che abbia le qualità per raccogliere una eredità già pesante. Merita fiducia”.

Il coronavirus ha imposto lo stop a tutto. Secondo lei, è giusto chiudere qui questo campionato? “Io credo che vada ripreso, ma quando ci saranno le condizioni di massima sicurezza per farlo. Non sono favorevole all’idea di concluderlo così: quando si riprenderà la vita di prima, credo sia corretto portare a termine questa stagione e poi imbarcarsi subito in un’altra. Se sarà un tour de force, non importa. I giocatori hanno l’età per poter affrontare l’idea di cominciarne immediatamente una nuova”.

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