Calcisticamente parlando, proprio con il termine tecnico, sono un rompiballe. Quando le cose vanno male cerco gli errori da correggere, mi attacco alle caviglie e non mollo: chi mi legge da tanti anni a questa parte lo sa. Quando le cose vanno bene, beh… vanno perfezionate. Mai molà!
Rimango indietro di due partite, Milan e Sassuolo. Due partite che hanno un filo comune, arbitraggi sbagliati. Uno contro, l’altro a favore. Se per Larsen ci ha pensato benissimo Pinzi, a risolvere la situazione, per De Paul bisogna tirargli le orecchie. Il fallo su Locatelli era da rosso diretto, senza nemmeno passare da un VAR tanto colpevolmente silenzioso su Rebic come su di lui. Il capitano non può lasciarsi andare a queste cretinate. E’ ormai dall’entrata omicida di Barella che, con cadenza settimanale, lo picchiano e lo stuzzicano per farlo reagire. E’ una giustificazione? No! Lui porta una maglia importante con un numero importante e una fascia ancora di più.
Giocare nell’Udinese non è come giocare da altre parti. Qua il connubio terra-storia-maglia è forte come da poche altre parti: Torino e Cagliari, Napoli… non me ne vengono in mente altri. C’è un’identità culturale fortissima dietro quel bianco nero, tanto più quest’anno con quella striscia obliqua, storia su storia. Io preferisco De Paul a Sanchez, ecco… lo ho detto ed ora via alle critiche, fate pure. MA io preferisco l’argentino, nonostante tutto il bene per il cileno. Ma De Paul deve imparare qualcosa pure da Sanchez. Ricordo ancora Udinese Lazio: il Nino Meravilla giocò da infortunato, lo picchiavano, ma lui non reagiva. Li battemmo, quella è la reazione! La cattiveria va messa nel pallone, non nei piedi di qualche ragazzino che al massimo potrebbe lustrarti le scarpe, hai capito Rodrigo? De Paul all’inizio ha subito tante critiche ingiuste da chi di calcio capisce poco. Sanchez aveva di fianco Di Natale. De Paul per anni ha predicato nel deserto: passaggi veloci e filtranti che nessuno capiva.
Stessa cosa successa a Llorente in questa partite, prima di segnare un gol da grande contro il Sassuolo. Non si è buttato, voleva fare gol. La fame, porca miseria, la fame!!! De Paul per me merita finalmente la maglia numero dieci che indossa, quella che era stata prima di Zico e poi di Totò. Purtroppo penso che non rimarrà qua a Udine. E’ giusto che miri a vincere la Champions, se lo merita. In Italia non vedo nemmeno un centrocampista che sia al suo livello, nemmeno lontanamente. Pochi in Europa… So che andrà via, sogno che rimanga, ma so che andrà.
Lui, Nuytinck e Larsen sono i nostri senatori, i migliori, gli esempi da seguire. E un altro sta crescendo, si chiama Bonifazi: sbagli, faccia bene, per lui non conta, ogni palla la gioca come se quella decisiva, la più importante. E’ una questione di mentalità. Larsen ha fatto una cavolata contro il Milan; Pinzi che era il senatore massimo dell’Udinese, assieme a Domizzi, avrà ripensato a quelle che fece lui prima di lasciare l’Udinese, prima di tornare da vero uomo. Ha scherzato, ha risolto il problema come era giusto fare. Non si può lasciare la squadra in dieci, il numero dieci, perché uno ti mette le mani al collo. La reazione giusta è l’assist per Pereyra, la palla in fondo alla rete e fidati, Rodrigo, allo stadio non lo sentivi, ma c’erano centomila friulani almeno, sparsi per la piccola patria, l’Italia e il mondo che hanno urlato a quel gol al novantatreesimo.
Testa sulla palla, testa sulla palla. Siamo più forti di arbitri, avversari e infortuni. Indossate una maglia che, se sudata, diventa pelle: il tatuaggio più bello. Ora avete un allenatore bravissimo, un direttore sportivo con le palle (sempre per rimanere sui termini tecnici) e finalmente una società che agisce come in quei magnifici anni di Zaccheroni, Guidolin (no Spalleti, tu no) e nuovamente Guidolin.
Divertitevi, rabbia & gol, rabbia & gol!!!
