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Con Silvestri, l’Udinese rimane in mani sicure

De Paul e Musso, due titolarissimi le cui cessioni hanno lasciato vuoti enormi nei rispettivi reparti.
Monica Tosolini

L’Udinese ha ufficialmente salutato da tempo De Paul e Musso, due titolarissimi le cui cessioni hanno lasciato vuoti enormi nei rispettivi reparti. Se per ovviare alla mancanza del diez la società friulana si prende tutto il tempo necessario al fine di trovare la soluzione migliore, compreso il cambio tattico, diverso è invece stato il comportamento per trovare l’erede di Musso, missione altrettanto difficile, ma che la proprietà ha voluto chiudere in tempi ben più brevi. E’ vero che la caccia al portiere giusto ha coinvolto molti nomi, italiani ed esteri, ma alla fine, oltre alle considerazioni sull’aspetto economico si sono fatti anche ragionamenti sul fattore ‘esperienza’. Tra i pali serve una garanzia, un portiere in grado di guidare bene la difesa (cosa che l’argentino sa fare bene) e che conosca il campionato italiano. Non a caso, stavolta, diversi sono stati i profili di portieri che hanno calcato i palcoscenici di A e B presi in considerazione. Sembrava fatta per Joronen, del Brescia, ma con Cellino non c’è stata intesa. Si è poi pensato anche a Montipò, del Benevento, ma l’ha spuntata il Verona. Proprio l’Hellas che ha ceduto all’Udinese Marco Silvestri, 30 anni, con trascorsi anche in terra inglese (al Leeds dal 2014 al 2017) e nelle giovanili azzurre.

La dirigenza bianconera ha voluto lui, ‘Gatto Silvestri’, atleta con grandi riflessi, bravo nelle uscite alte e nel parare i rigori. E altro punto a suo favore, nella scorsa stagione è stato il quinto portiere per clean sheet, proprio dietro a Musso. Tra i nomi circolati, è parso da subito il più convincente. Per giunta è italiano, aspetto che non guasta. Ed è nel pieno della maturità per quel ruolo. Arriva a Udine a 30 anni e mezzo, ideali per un portiere, ma tanti, se confrontati con le scelte fatte dalla società friulana per i titolari suoi predecessori.

Basti ricordare che da quando Pozzo è alla guida dell’Udinese, solo Claudio Garella, ingaggiato nell’88-89 a 33 anni; Giuliano Giuliani che gli è succeduto nel 90-91 a 31 anni e Albano Bizzarri, prelevato inizialmente come vice Scuffet nel 2017/18 a 39 anni sono stati scelti per fare i titolari nonostante avessero passato la trentina.

Nel ruolo di estremo difensore la società friulana ha per lo più cercato talenti in rampa di lancio che sono stati plasmati dagli ottimi preparatori messi di volta in volta a disposizione dal club: l’età media dei portieri nominati titolari, da Beniamino Abate ad oggi, è di 24 anni.

Quelli che aveva appunto il papà di Ignazio quando è stato scelto come titolare bianconero e gli stessi festeggiati da Musso quando dall’Argentina si è trasferito in Friuli. Più ‘esperti’ erano Karnezis (29), Brkic e Turci (26), ma anche De Sanctis (25); tra le giovani promesse Handanovic (23) e Battistini (22) con Scuffet ad abbassare decisamente la media. Il portiere di Remanzacco si è ritrovato titolare a soli 17 anni, quando si è guadagnato un importante paragone con Gigi Buffon.

Per il post Musso, targato ancora Gotti, la dirigenza ha preferito puntare sull’esperienza, oltre che sull’indubbia qualità che Silvestri garantisce. I tifosi possono così stare tranquilli: l’Udinese è sempre in mani sicure!

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