Non ha brillato come avrebbe voluto Tara Dragaš. La promessa della ritmica targata ASU – Associazione Sportiva Udinese è scesa in pedana con la maglia azzurra alla Challenge World Cup di Portimão, dove si è classificata 13^ nel concorso generale.
«La gara non è andata come speravo – ha commentato l’atleta al suo rientro in Italia – Su cinque esercizi, ho fatto degli errori in quattro. Si è trattato di errori piccoli, causati dalla distrazione, ma ognuno ha avuto un grande peso sul punteggio». Ma è proprio dagli sbagli che si può imparare e pare che questo sia l’insegnamento che la ginnasta diciassettenne si è portata a casa dal Portogallo: «Credo che questa gara mi abbia aiutata molto, ho imparato tante cose. Una gara andata male è indispensabile perché aiuta a comprendere i limiti e a capire cosa migliorare. Detto questo è stata una bellissima esperienza. Mi sono divertita molto. Resta il dispiacere del risultato, ma sono convinta che proprio questo mi sarà di grande aiuto per il futuro».
Dopo le ottime prove alla Coppa del Mondo di Baku, dove ha raggiunto la quarta posizione al cerchio, il sesto posto alla palla e l’undicesimo nel concorso generale, l’atleta friulana è arrivata a Portimão per la Challenge World Cup carica di aspettative ma, come lei stessa ha spiegato, non è andata come avrebbe voluto. «Non è stata la miglior gara della carriera – ha spiegato Magda Pigano, responsabile della sezione ritmica dell’ASU che ha accompagnato l’atleta in gara -. Tara era in un turbinio di emozioni, ma soprattutto aveva tanta voglia di ripetersi dopo gli ottimi risultati di Baku. Gli errori fatti non le hanno permesso di raggiungere i punteggi a cui è solita, ma al di là di questo, come lei stessa ha detto, sicuramente ha acquisito tanta esperienza in più, seppur con un briciolo di rammarico, sapendo che si può fare decisamente meglio».
Lo scorso fine settimana Tara ha infatti maturato 30,900 al cerchio; 30,050 alle clavette; 25,500 al nastro; e 32,150 alla palla, unico attrezzo con cui è entrata in finale dove, però, a causa di un errore, è arrivata solo a 30,950 punti.
«Credo ci sia poco da aggiungere – ha sottolineato il presidente dell’ASU, Alessandro Nutta –. Le parole di Tara ci riempiono di orgoglio. Il risultato non è stato senz’altro quello sperato, ma sapere che da una gara non andata bene ha saputo cogliere un insegnamento tanto fondamentale è forse ancora più importante del risultato stesso».