Nessun stravolgimento tattico nel Cioffi bis. Lo ha spiegato lo stesso allenatore ieri in conferenza stampa, dicendo che tuttalpiù potrà esserci una diversa interpretazione del modulo che a Udine è ormai di prassi dal secondo Guidolin. Il Messaggero Veneto, infatti, ricorda che “Dalla seconda era Guidolin (tra il 2010 e il 2014), da queste parti si è giocato sempre con il 3-5-2, se si esclude l’apparizione dello spagnolo Julio Velazquez che cominciò con la difesa “a 4” , per poi giocarsi il posto – ironia della sorte – con il Sacro Graal. Si dirà: dopo il “Guido” non è che l’Udinese abbia ottenuto dei risultati strabilianti, tutt’altro, non è mai finita nella prima parte della classifica da più di dieci anni , ma per la società il 3-5-2 rappresenta una sorta di assicurazione, un modulo cauto, ma allo stesso tempo capace di garantire delle impennate di rendimento che possono assicurare, contemporaneamente, una tranquilla salvezza e il lancio dei giocatori di talento”.
Cosa può quindi inventarsi Cioffi? Potrebbe chiedere qualcosa di diverso a Lazar Samardzic: “il serbo potrebbe partire dalla posizione di interno destro per poi affiancare Florian Thauvin (o chi per lui) a ridosso del centravanti. Che potrebbe essere ben presto anche Keinan Davis: «Lo conosco bene, l’ho visto all’Aston Villa, l’ho seguito al Nottingham e al Watford». Nelle prime ore di mandato l’ha messo alla prova in allenamento. Nonostante il recente infortunio. E poi c’è Pereyra. Mezzala, trequartista, magari anche esterno destro: «Ci devo ancora parlare». Il 3-5-2 può cambiare nell’interpretazione anche lì”.