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Messaggero Veneto, Gerolin: “Mercato da 9”

L'ex Ds bianconero Manuel Gerolin ha analizzato la nuova Udinese in una intervista al Messaggero Veneto.
Monica Tosolini

L’ex Ds bianconero Manuel Gerolin ha analizzato la nuova Udinese in una intervista al Messaggero Veneto. Promosso il mercato, valutato da 9 in pagella, occhio agli ‘effetti collaterali’.

Gerolin spiega che quel 9, “lo avrei dato per la quadratura e l’allestimento della rosa, ancor prima dell’annuncio di Deulofeu. Sono convinto che questa squadra sia fortissima e quello che mi stupisce è che non sia arrivata a posizioni che le competono già l’anno scorso. Detto questo, perdere tre partite è brutta cosa, perdere con Verona e Spezia non va bene, ma non mi preoccuperei perché l’Udinese si salverà con la sigaretta in bocca. Anzi, adesso deve puntare all’Europa con gli ultimi rinforzi”.

Che sono arrivati dal Watford, facendo storcere il naso ai “puristi” del mercato… “Magari se anche ai miei tempi fossero arrivati i giocatori esperti come il Pereyra a 29 anni di adesso, i Mandragora e quelli forti e già pronti. Invece noi dovevamo scegliere i giocatori giusti per quel momento, dovevamo prendere la scommessa e non potevamo sbagliarla”.

Infatti arrivavano i Felipe, i Muntari, i Sanchez, i Zapata, giocatori su cui costruire per anni…”Ma è cambiato tutto da allora e se i Forestieri e i Pereyra adesso tornano indietro è anche perché nel momento in cui hai due squadre qualcosa disperdi ed è anche normale passarli da un club all’altro, pensando che se non vanno bene da una parte allora provi da quell’altra. È un’operazione intelligente anche perché a volte sei obbligato a smistare il tuo prodotto, anche per non restare prigioniero dei contratti faraonici con cui ti sei legato a certi giocatori che non riesci a cedere”.

Gerolin poi spiega a Stefano Martorano l’importanza di uno scouting affidabile: “É successa una cosa strana dal 2008, che poi è partita dal nostro ufficio di ricerca, visto che noi registravamo tutte le partite. Noi vedevamo il giocatore che ci interessava dal vivo e poi davamo la cassetta a Gino che se le guardava. Why scouting, il grande database su tutti i giocatori, ci ha semplicemente “rubato” l’idea e da allora è letteralmente cambiato il modo di fare mercato. Tutti si affidano a questo mezzo e tutti pensano di diventare esperti dopo dieci minuti”.

La qualità del sistema di scouting è fondamentale per scovare talenti e Gerolin lo sottolinea spiegando il perchè tanti stranieri da noi falliscono: “Perché il nostro calcio è completamente diverso dagli altri, è quasi unico, ma se invece di far seguire un calciatore da un osservatore esperto fai vedere il video a gente che non ha mai giocato, o giovani inesperti, beh allora hai già la risposta. L’aspetto più negativo di tutto questo è il cercare di pareggiare i valori annullando la meritocrazia che invece esiste perché c’è sempre differenza tra uno che sa e chi non ne sa abbastanza. Così il mercato di adesso è il mercato appiattito dei procuratori e dei rapporti di convenienza, anche se…”.

Anche se? “C’è ancora chi continua a fare ricerca come si deve, proprio come fa l’Atalanta che ha gli osservatori che erano al Chievo e che al tempo copiavano l’Udinese. Anche il Napoli ha gli stessi osservatori che aveva il Brescia, quelli che scoprirono El Shaarawy, mentre noi portavamo a Udine i Felipe, i Muntari, i Zapata, i Sanchez e i Pereyra”.

Infine Gotti: Luca lo conosco da quando allenava la Under 16 dove c’era pure Forestieri. Ha fatto le sue esperienze con Donadoni e Sarri, e un percorso che non lascia dubbi. È una persona sana che va bene a Udine. Adesso c’è la pausa e sono convinto che troveranno la quadra nella sosta come capitò a Guidolin dopo le prime sconfitte”.

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