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Gazzetta dello sport: Udinese-Venezia, la sfida del calcio più globalizzato

La Gazzetta dello sport descrive Udinese-Venezia come "la sfida planetaria".
Monica Tosolini

La Gazzetta dello sport descrive Udinese-Venezia come “la sfida planetaria”. Entrambe le squadre hanno tra le proprie fila numerosi stranieri, sono due realtà multietniche. Scrive la rosea: “I friulani da 27 anni sono in Serie A e sono un esempio di attenta gestione: talenti giovani scovati in tutti i continenti e rivenduti a peso d’oro due o tre anni dopo. I lagunari in paradiso ci sono arrivati a giugno. Proprietà udinese, quella dei Pozzo che guidano l’Udinese dal 1986, gestione americana quella del Venezia con Duncan Niederauer, newyorkese, entrato nel club nel 2015 con la cordata di Joe Tacopina e diventato presidente nel 2020. Due filosofie diverse, ma che guardano al mercato estero da vari punti di vista. Curiosità: il Venezia ha preso una bandiera dell’Udinese, Paolino Poggi come capo dell’area tecnica. Ma, ieri, il club bianconero ha annunciato la partnership col gruppo Cipriani Food. Cominciarono a flirtare tre anni fa quando il «mitico» Arrigo Cipriani fu ospite nell’Auditorium della Dacia Arena.

In campo

Lì, oggi si gioca un derby triveneto al quale il Venezia si presenta stranamente con tanti italiani in campo. L’infortunio del finlandese Maenpaa, manda in porta Lezzerini. E il pacchetto difensivo a quattro del tecnico Paolo Zanetti potrebbe essere composto da Mazzocchi, Caldara, Ceccaroni e Molinaro. Ma il club ha guardato oltre tesserando ben nove stranieri: da Israele, Peretz e dagli Stati Uniti, Tessmann e Busio, dalla Nigeria, Okereke, e dalla Francia, l’attesissimo Henry, dall’Islanda, Sigurdsson e dall’Austria, Schnegg. Oltre all’olandese-nigeriano Ebuehi. Ma aveva già avviato l’opera proprio col portiere e con Johnsen e Bjarkason, norvegesi e Svoboda, austriaco. Un modo per diffondere il brand Venezia, che è fortissimo e ha tanto appeal anche sui turisti che per la città sono tutto. Insomma, l’ombelico del mondo.

A Udine

Ma i Pozzo stanno già ballando da tempo sull’ombelico del mondo. Con una numerosa rete di osservatori, coordinata da Andrea Carnevale. I friulani sono stati i primi a portare un iracheno, Ali Adnan e ogni anno il tecnico di turno, ora tocca a Luca Gotti, arriva a confrontarsi con 17-18 etnie differenti. Quest’anno sono già una dozzina le nazionalità. Perché nuclei come quello olandese e argentino si sono rafforzati. Ma Samardzic, talentino trequartista è tedesco, Success, l’attaccante che è chiamato a mostrare il suo enorme talento, nigeriano. Mentre gli ultimi difensori arrivati, Perez e Soppy, sono argentino e francese. E gli italiani? I buoni vengono presi. Se sono affari. Infatti in porta c’è Silvestri e come quinto a sinistra, il diciottenne Udogie. Che, per gli addetti ai lavori, è il futuro”.

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