Home » Gazzetta dello sport, Molina: “Udinese e Messi sono le mie favole”

Gazzetta dello sport, Molina: “Udinese e Messi sono le mie favole”

La Gazzetta dello sport ha intervistato oggi Nahuel Molina, protagonista in Coppa America con l'Argentina e in campionato con l'Udinese.
Monica Tosolini

La Gazzetta dello sport ha intervistato oggi Nahuel Molina, protagonista in Coppa America con l’Argentina e in campionato con l’Udinese. Ecco alcune dichiarazioni del bianconero:

«È una favola. In un anno ho conquistato il posto da titolare in Europa, in Serie A con l’Udinese e ho vinto la Coppa America giocando nell’Argentina accanto a Messi. Quando ero piccolo, nelle giovanili del Boca, era il mio idolo e ora gioco accanto a quello che definisco un genio».

Tra due giorni qui in Friuli sbarca la Juventus delle stelle di Allegri, quella a cui lui il 2 maggio fece gol in una partita poi persa in modo rocambolesco. «Me lo ricordo molto bene, il Tucu che dà palla a Rodri che mi serve sulla corsa e batto Szczesny. Poi sbagliammo noi, ma anche l’arbitro che diede la punizione a loro. Per me c’era fallo su Stryger, non di Stryger».

Il Tucu e Rodri, ovvero Pereyra e De Paul. Uno è rimasto con lei per raccogliere l’eredità di Rodrigo, ceduto all’Atletico. Una responsabilità enorme per voi, ma lei a De Paul deve tanto. «Mi ha preso sotto braccio, mi ha dato una direzione, mi ha aiutato mucho, anche con l’Argentina. Mi ha fatto essere tranquillo. Ora io e il Tucu sentiamo la responsabilità, ma qui c’è gente esperta come Okaka, Nuytinck, Samir. Lo scorso anno abbiamo patito i troppi infortuni e il covid, stavolta speriamo di fare qualcosa in più della salvezza. Altrimenti Pozzo ci manda in ritiro. Ma in Argentina è peggio. A Rosario se perdevi non uscivi neppure per far la spesa».

Quanto deve a Gotti? «Tanto. Perché dal primo giorno ho sentito grande fiducia. Mi fa imparare dagli errori. Mi insegna a tenere la linea e vuole che vada all’attacco. A me piace essere servito sulla corsa e tirare di destro, forte».

Così ha fatto traslocare Stryger Larsen, ottimo esterno danese, a sinistra o eventualmente dietro. «Lo ha mandato il mister, non io. Lui è molto bravo in difesa, io più votato all’attacco, ma anche gli altri esterni sono forti. Zeegelaar ha fisicità, il giovane Udogie mi piace molto».

Come sta a Udine? «Bene, vivo in centro. Non è Buenos Aires, è tranquilla. Amo pasta e prosciutto, ma qui ti controlla il nutrizionista. Tra qualche settimana tornerà Barbara, la mia ragazza da 5 anni».

Vi manca l’Argentina? «Manca la famiglia, per il resto con Internet si fa tutto».

A casa saranno esplosi di gioia per la sua carriera. «Mio padre ha allenato i bambini, è un fanatico di calcio, siamo 5 figli. Lui e la mamma sono separati. La prima maglia dell’Argentina è stata per lei, Lelia».

Come è stata la sua infanzia? «Sono andato via di casa a 11 anni, quando sono entrato settore giovanile del Boca. Lì c’è tutto, super organizzazione. Ho imparato presto a crescere. Volevo l’Europa. Sono “arrivato” col lavoro, questo me lo riconosco».

Al Boca si saranno pentiti di averla lasciata andar via da svincolato. «Mah. Io devo davvero tutto al Boca. Mi hanno mandato due volte in prestito. È difficile giocare lì. Niente polemiche, volevo l’Europa e quando il mio procuratore, Leo Rodriguez mi ha proposto l’Udinese, ho detto subito sì. In A il livello è alto e ora l’Italia è campione come noi».

 Con chi è amico in Serie A? «Con Bentancur della Juve, che ritrovo domenica. Ho scambiato con lui la prima maglia italiana. Siamo cresciuti insieme al Boca».

Ora c’è di nuovo la Juve. «Sarà dura, i giocatori italiani sono carichi dopo l’Europeo. Ma ci proveremo…».

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia