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Gazzetta dello sport: La riscoperta di Fofana sulle orme di Yaya Tourè

Fofana è tornato. Per la gioia dell'Udinese e dei Fantallenatori che hanno creduto in lui.
Monica Tosolini

Fofana è tornato. Per la gioia dell’Udinese e dei Fantallenatori che hanno creduto in lui. La Gazzetta dello sport ripercorre questa stagione complicata per il centrocampista ivoriano che si è riconquistato la maglia da titolare ed è tornato a convincere. “Nelle ultime nove partite ha messo assieme un gol, quattro assist e prestazioni in crescendo: i suoi strappi a tutto campo sono tornati a farci palpitare il cuore, proprio come ai vecchi tempi. Bonus nel sangue Già, perché Fofana – che sembra in Serie A da una vita ma ha solo 24 anni – si è sin da subito rivelato un centrocampista estremamente abile nel raccogliere qua e là bonus, soprattutto pesanti. Nella sua prima stagione italiana, la 2016-2017, segnò cinque gol. Lo smalto in fase realizzativa si è poi un po’ perso: tre reti nel campionato successivo e due nello scorso. Una parabola discendente che ha raggiunto il suo punto più basso nel periodo a cavallo tra la conclusione della gestione Tudor e l’inizio dell’era Gotti: per sette giornate, dalla settima alla quattordicesima della Serie A in corso, si è dovuto accontentare della panchina, accumulando complessivamente meno di un’ora di gioco. È da Udinese-Napoli del 7 dicembre, complice l’infortunio di Jajalo, che ha ripreso il suo posto a metà campo, con prestazioni di grande solidità. E, da allora, nessuno ha più pensato di toglierglielo.

Box to box

Fofana è il più classico dei centrocampisti box-to-box, una mezz’ala capace di macinare campo con lunghe falcate ribaltando l’azione, per poi servire con buona qualità gli attaccanti. Riguardate, a proposito, il filtrante con cui spezza in due la distratta difesa del Napoli e fa segnare Lasagna nella partita del suo rilancio. La sua capacità di generare superiorità numerica in campo aperto è ben sintetizzata da un numero: 2,4. Si tratta, secondo i dati Opta, della sua media di dribbling per partita: nell’attuale Serie A, solo in sei hanno fatto meglio di lui.

Scuola Yaya

Il modello su cui ha plasmato il suo gioco, il suo idolo, è il connazionale Yaya Touré. I due si sono anche incrociati all’alba della carriera di Seko: dopo gli inizi in Francia (dove è nato), Fofana proseguì il suo percorso di crescita col Manchester City, nella formazione riserve. Ad allenarlo, un altro che qualcosina deve avergliela insegnata, Patrick Vieira. Era la stagione 2013-2014, stesso anno in cui, nella prima squadra dei Citizens, Touré visse la sua stagione statisticamente migliore, da autentico dominatore della Premier League: 20 gol in 35 partite, un attaccante aggiunto per la squadra di Manuel Pellegrini, che quell’anno finì per vincere il campionato. Fofana è ancora ben lontano da quelle cifre, ma si accontenterebbe senz’altro di qualcosina meno. Il tempo è dalla sua parte, i suoi Magic allenatori incrociano le dita”.

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