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Rossitto: Gotti è un grande maestro

Alla festa per i 25 anni dell'Udinese Club di Spilimbergo a lui dedicato, Fabio Rossitto è stato accolto con il solito caloroso abbraccio dei tifosi bianconeri.
Monica Tosolini

Alla festa per i 25 anni dell’Udinese Club di Spilimbergo a lui dedicato, Fabio Rossitto è stato accolto con il solito caloroso abbraccio dei tifosi bianconeri. Durante la serata, ha parlato di Udinese ai microfoni di Telefriuli.

Premette subito:“È un onore essere qui e ringrazio la presidente Annalisa, che mi ha dedicato il club. In tutti questi anni abbiamo sempre festeggiato la ricorrenza; pensare che ne siano passati già 25 fa un po’ impressione, ma i ricordi permangono molto vivi e i colori bianconeri continuano a restare cuciti sulla pelle.”

Una maglia bianconera che regala sempre tante emozioni: “A me ne ha sempre date tante, perché ho cominciato a vestirla da ragazzo e nel tempo ha saputo farmi vivere un’enorme quantità di cose belle. Ancora adesso, quando visito lo stadio, assaporo delle sensazioni molto forti.”

L’Udinese è reduce da annate piuttosto complicate; ritieni che con Gotti abbia ritrovato la strada giusta? “Dopo anni difficili si sta cominciando a rivedere un bel calcio. Secondo me Gotti è un grande maestro. Anche se in contrasto con le sue volontà, ha fatto bene la società a confermarlo in panchina, perché ha saputo creare un bel gruppo, che secondo me è ripartito.”

Lui era vice e ha dovuto adattarsi a fare il primo allenatore. Tu avresti fatto lo stesso? “Lui è sempre stato un assistente, ma un collaboratore di valore. Tutti sapevano che era molto bravo, e che necessitava di questa opportunità, perché è una persona ricca di idee e con molto da insegnare. A Udine c’era bisogno di una persona con le sue caratteristiche; c’era bisogno di un maestro per un gruppo di ragazzi dalle provenienze differenti.”

Secondo te il gruppo a sua disposizione rimane di qualità, nonostante le cessioni di Barak e Pussetto? “All’Udinese i giovani bravi ci sono sempre stati. L’importante è saper creare un gruppo, una mentalità e riuscire ad infondere principi di gioco. Questo permette a chi arriva di trovare terreno fertile per mettere in mostra il proprio potenziale.”

Al di là di Perisan, che non è ancora mai sceso in campo, pensi che manchi un po’ di friulanità nella squadra? “Dal mio punto di vista nel settore giovanile ci sono dei ragazzi bravi. Bisogna solamente avere un po’ di pazienza. L’idea di poter vedere qualche friulano in campo farebbe molto piacere a me, così come ai tifosi. Sono convinto che prima o poi tornerà il momento.”

Come si risolve questo mal di gol? “L’importante era ritrovare il gioco; ora vengono create molte occasioni, come accaduto nella gara con il Brescia, e considerando il valore degli attaccanti, torneranno anche i gol. È solo questione di tempo.”

Domenica andrà in scena il derby con l’Hellas; ritieni sia sentito come in passato? “Probabilmente non è più sentito questo tipo di derby, ma ciò non toglie che sarà una partita molto difficile. L’Udinese dovrà giocare con la testa libera e mettere in campo quello che ha fatto vedere nelle ultime giornate.”

Oggi squadre come Atalanta, Hellas Verona e Cagliari sono diventate quello che un tempo era l’Udinese. Ti fa pensare questa cosa? “Si tratta di cicli. In questo momento loro hanno trovato la strada giusta, ma sono convinto che l’Udinese non sia così distante e tornerà presto su quei livelli.”

Su chi o cosa deve costruire l’Udinese? “Sull’idea di gioco, sull’intensità, sulla voglia di aggredire l’avversario. Negli anni d’oro c’era la fame e l’entusiasmo di andare in campo; aspetti che secondo me la squadra saprà ritrovare con Gotti.”

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