La Gazzetta dello sport si occupa della panchina dell’Udinese e, visti i risultati di Cioffi, si chiede se l’ex vice di Gotti meriti la conferma. Francesco Velluzzi scrive: “Cosa è cambiato con la guida di Cioffi che ha sostituito il 7 dicembre Luca Gotti che lo aveva scelto come vice, su suggerimento di Gianfranco Zola che ha lavorato con entrambi? Tecnicamente e tatticamente poco. Perché l’Udinese la sua struttura ce l’ha da inizio stagione. Il 3-5-2 l’ha sempre utilizzato, con tantissimi allenatori, e solo in certe gare, visto il lavoro fatto, proprio da vice, da Gotti, si è adattata all’avversario per bloccarlo. L’Udinese a Roma con la Lazio dopo 45’ vinceva 3-1 e a Empoli, dopo 45’ e senza cinque titolarissimi, vinceva 1-0.
Gotti è stato esonerato perché non piaceva più ai vertici. Cioffi è stato promosso perché piace ai vertici. Ha accettato con piacere. E ci ha messo quel che aveva: la carica motivazionale. E’ un sanguigno. Ha combattuto da difensore tosto nei campionati minori e, sulla stessa linea, nelle serie minori, ha cominciato la carriera da allenatore. Cioffi ha dato carica, ha ridato autostima a certi calciatori, ha dato carta bianca a Deulofeu, che lo ha esaltato sabato, dimenticando un po’ il passato, ha rilanciato Zeegelaar. Perché poi gli 11 titolari sono quelli da agosto E quelli resteranno. Come rimarrà Gabriele Cioffi sulla panchina bianconera fino a giugno. Una scelta saggia perché non avrebbe senso dare a una squadra che va col pilota automatico e che ha una struttura fisica che crea problemi agli avversari, solidità difensiva e ora qualità offensiva, un altro tecnico che porta concetti e nuove nozioni. Viva Gabriele. Che non è un nuovo Luca. Ma, magari, si farà. Cioffi, peraltro, essendo stato preso come assistente diventa l’allenatore meno pagato della A. E in tempi di austerity e pandemia questo dato ha il suo valore”.
