Beto è tornato. Si è visto già contro la Salernitana che il suo ingresso ha dato maggiore sicurezza alla squadra. E a Monza, titolare per la prima volta dallo scorso 10 aprile, gli sono bastati 36 minuti per ritrovare la porta. La Gazzetta dello sport parla del bomber bianconero che venerdì ha lasciato subito il segno. “Perché con la sua presenza in campo è davvero tutta un’altra storia. Basta uno scatto, un allungo, una progressione e i difensori prendono paura. Per non parlare, comunque, del lavoro di sponda tra le linee, la prestanza su rinvii e lanci lunghi che costringe il centrale avversario a intervenire come può, spesso col fallo. Beto ha segnato da rapinatore d’area bruciando Caldirola sul prezioso invito dell’ottimo Becao (guai se partisse), ma nei 68 minuti in cui è stato in campo è stato un pericolo costante per la traballante difesa del Monza, beffato nella ripresa dai bianconeri con Udogie autore del gol partita su imbeccata di un altro attaccante, Ilija Nestorovski che aveva bisogno di fiducia e minuti perché alla causa bianconera può dare ancora parecchio”.
La rosea ricorda i numeri della sua prima stagione in Italia: 11 gol in 28 apparizioni prima dell’infortunio e spiega che “Nelle prime due partite di questo campionato non aveva potuto incidere perché buttato nella mischia troppo tardi, soprattutto contro la Salernitana in cui era già totalmente recuperato. Ma a Monza ha fatto tanto e bene. Ha corso creato occasioni, tirato fatto due sponde importanti. Bene. Poi ha lasciato spazio a Success, così come Deulofeu è uscito per Nestorovski e l’attacco è stato totalmente modificato. Ma è stata una buona intuizione di Sottil che, proprio col passaggio del macedone nel triangolo con Udogie, ha trovato la via per la gloria e poi ha difeso il vantaggio con il pressing e la fisicità delle sue punte fresche. Così è arrivato il blitz esterno per l’Udinese che ora guarda con maggiore serenità e fiducia al doppio impegno interno con Fiorentina (mercoledì) e Roma (domenica)”.
