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Gazzetta dello sport: Basta a metà

Doppio ex di Udinese e Lazio è Dusan Basta, 'la furia bionda'.
Monica Tosolini

Doppio ex di Udinese e Lazio è Dusan Basta, ‘la furia bionda’. Oggi fa l’agente e si divide per lavoro tra Italia e Serbia. Lazio-Udinese, lo dice lui alla Gazzetta dello sport, “sarà la mia partita”.

L’ex laterale destro racconta aneddoti del passato e fa una clamorosa rivelazione: il famoso rigore calciato da Maicosuel, avrebbe dovuto tirarlo lui.

“Nel 2010 mi infortunai al tendine d’Achille, era l’anno di Marino e De Biasi. Avrei dovuto star fermo un mese, sono rientrato dopo più di 18. Pensai di mollare tutto, poi arrivò Guidolin e il presidente Pozzo gli disse di avere fiducia. Fu un inferno, ma l’Udinese mi aspettò”.

Riavvolge il nastro e ricorda: “Nel 2009-10 Marino avrebbe voluto mandarmi in prestito, ma gli dissi di no. Alla quinta giornata, contro il Milan, si fanno male Isla e Zapata ed entro io. Non uscirò più. Nel 2011, dopo un anno e mezzo fermo, faccio un ritiro a cento all’ora, ma mi faccio male prima del preliminare di Champions contro l’Arsenal. Ero arrabbiato, ma giocai titolare segnando dopo due minuti. Vuole la verità? Piansi come un bambino”.

La rivelazione sul rigore di Maicosuel: “Voleva diventare un eroe con un colpo solo, ma fece solo una figuraccia e passò il Braga. Se quel cucchiaio l’avesse fatto un fenomeno come Di Natale ok, lui no. Anche se la verità, purtroppo, è un’altra…Avrei dovuto tirare quel rigore, dopo 8 anni resta l’unico rimpianto. O io o Danilo, ce lo disse anche Guidolin. Doveva calciarlo uno che si era guadagnato la Champions, come Domizzi, Pinzi e Di Natale. Maicosuel si era allenato tre volte e andò sul dischetto. Un errore”.

L’Udinese di oggi: “In estate è tornato Pereyra, gran talento, per domani punto su di lui. Mi piace anche Musso, ma come Handanovic c’è n’è uno solo. Scuffet? Ricordo il suo esordio in un Bologna-Udinese 0-2, parò ogni cosa. Poi non so cosa sia successo. Non è diventato il nuovo Buffon, ma è un ragazzo d’oro e un buon portiere”.

La squadra vive un’altra dimensione rispetto ad allora: “E mi dispiace, perché è una società da Champions. Non può lottare per la salvezza, dai. Gotti mi piace, spero possa riportare la squadra in alto, ma noi eravamo diversi. Il mercato offriva sempre qualcosa: nel 2011 andò via Sanchez ma arrivammo terzi con Pereyra e Muriel”.

Il suo addio nel 2014? “Impossibile dire no alla Lazio. L’anno prima mi voleva l’Inter, poi arrivò la Lazio e Lotito chiuse tutto già a maggio. A Roma ho vinto da protagonista”.

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