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Corriere dello sport, Sosa: Vai Italia, rialzati subito

Si definisce 'un napoletano d'Argentina' e, in questo difficile momento, pensa all'Italia. Roberto Sosa, ex attaccante di Udinese, Napoli, Ascoli e Messina spiega al Corriere dello sport il suo legame con il nostro Paese
Monica Tosolini

Si definisce ‘un napoletano d’Argentina’ e, in questo difficile momento, pensa all’Italia. Roberto Sosa, ex attaccante di Udinese, Napoli, Ascoli e Messina spiega al Corriere dello sport il suo legame con il nostro Paese grazie alle esperienze vissute qui. Quando è arrivato lo stop al calcio, El Pampa allenava in Bolivia il Ciclon de Carija. Ora, come tutti, è fermo e ha tempo per i ricordi e le riflessioni sul futuro. Guardando indietro, ricorda il suo arrivo a Udine, prima tappa italiana: “Nel ’98 mi ci portò Pierpaolo Marino che era venuto a seguire Guglielminpietro in un Gymnasia-Boca finito 0-1 con gol di Martin Palermo. E così fui l’erede di Bierhoff, fresco capocannoniere… Marino poi mi ha portato a Napoli, primo acquisto per la rinascita del club dopo il fallimento. Ho visto crescere Ernesto e Gianmarco, i suoi figli, e con il primo in veste di manager sono anche andato a Sorrento, quando ho iniziato a fare l’allenatore”.

Da giocatore ha avuto molti allenatori, tra i quali Guidolin e Spalletti, ma dice di aver avuto una “empatia particolare con De Canio, con il quale segnai 21 gol in un anno, e con Giampiero Ventura, che poi ritrovai in Campania dopo l’esperienza in Friuli”.

Il suo legame più forte è quello con il Napoli, squadra italiana che segue sempre in tv e in cui un giorno sogna di tornare da allenatore.

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