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Mandragora scalpita ma è meglio non accelerare i tempi

L'ultima partita intera, da 90 minuti, Rolando Mandragora l'ha giocato l'8 marzo scorso.
Monica Tosolini

L’ultima partita intera, da 90 minuti, Rolando Mandragora l’ha giocato l’8 marzo scorso. Era l’ultima gara disputata prima del lockdown, la prima a porte chiuse. Il centrocampista napoletano se la ricorderà bene, è stata davvero particolare per lui. Poi lo stop al calcio, a tutto, e il ritorno tribolato in campo per un’estate di fuoco. Quella strana coda di campionato, però, per Mandragora è durata solamente 54 minuti, quelli giocati prima del grave infortunio che lo ha costretto all’operazione e ad un recupero stimato nei ‘canonici’ sei mesi che sono il pedaggio per un crociato. 

La botta psicologica è stata grande, all’inizio, ma la voglia di tornare ad esserci, davvero più forte di prima, lo è stata di più. Con il supporto della famiglia in primis, ma anche dei compagni, dello staff e dell’intero ambiente friulano, il numero 38 bianconero si è subito rimesso in moto, senza mai mollare. E il risultato è quello che sa quasi di miracolo: dopo poco più di 4 mesi, Mandragora si prepara già alla prima convocazione. Il canale ufficiale ieri ha rivelato che il centrocampista punterebbe già all’anticipo di venerdì con il Sassuolo, ma è più logico pensare che nessuno abbia interesse a fargli bruciare troppo le tappe.

Tanto più che dopo quell’anticipo c’è la sosta di due settimane, altro tempo prezioso per mettere carburante e trovare il feeling con il gruppo al quale si è appena riunito. Un ritorno tra i convocati per la gara del 22 novembre contro il Genoa sarebbe comunque ‘cosa molto buona’. Non ha davvero senso anticipare troppo i tempi. Anche la situazione contrattuale di Mandragora è stata definita ed è interesse di tutti che il giocatori rientri in sicurezza, senza rischiare ricadute o altro. 

Non c’è motivo di avere fretta: la stagione è solo all’inizio e l’Udinese ha tutto il tempo di trovare la strada giusta, con Mandragora in campo. Lo abbiamo aspettato tanto, giustamente: si possono attendere due settimane in più.

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