Fernando Llorente si è davvero ritrovato a Udine e, in una intervista a efe.com, confessa il desiderio di rimanere in Friuli anche dopo la carriera di calciatore.
Inizia raccontando il suo periodo difficile a Napoli e spiega che lì, “da quando è partito Carlo Ancelotti, non vedevo l’ora di andarmene. Mi hanno sempre parlato molto bene dell’Udinese, conoscevo Pereyra dai miei tempi alla Juventus, l’ho chiamato per conoscere la situazione e lui mi ha detto com’era l’Udinese come società e mi ha convinto. Quando sono arrivato sono rimasto ancora più sorpreso: l’organizzazione che c’è in questa società è impressionante, è al livello di un grande club, per come si prendono cura dei giocatori, in pochi posti ho visto che coccolano così tanto i giocatori”.
Precisa che a Napoli “Il mio rapporto con Gattuso è stato molto buono, mi ha sempre trattato con rispetto. Ma quando è arrivato, gli hanno comprato i suoi giocatori, Victor Osimhen e Andrea Petagna e probabilmente doveva dare loro la priorità. Poi mi sono ammalato e quando ho ricominciato a tornare con il gruppo, tutto si è fermato per tre mesi a causa della pandemia. Per me è stato terribile: per un giocatore della mia età, con le mie caratteristiche stare fermo tre mesi è dura . Poi, in questa stagione, la società mi ha messo fuori rosa, mi sono allenato separatamente con Milik e Ounas”.
Del futuro, dice:”Non ho pensato a cosa farò. Quello che cercavo era ritrovare entusiasmo per il calcio e l’ho trovato. Non guardo troppo avanti. Mi piacerebbe poter restare qui (ha un contratto fino alla fine di questa stagione), fare qualcosa in questo club. Spero di poter essere importante, trovo il club impressionante e ho trovato tutto quello che volevo. Il mio obiettivo principale è ritrovare la mia miglior condizione, è da molto tempo che non ho avuto la possibilità di giocare con continuità dopo aver passato più di un anno senza scendere in campo. Volevo godermi di nuovo il calcio, sto facendo progressi, partita dopo partita, mi sento sempre meglio, ma posso ancora migliorare molto. Non mi pongo obiettivi, quello che vorrei è continuare a godermi il calcio fino a quando il fisico me lo permetterà. Poi, nel momento in cui non riesci più a stare al passo dei tuoi colleghi, è tempo di dire basta”.