Home » Gotti: Voglio essere una guida solida, serena, con le idee chiare

Gotti: Voglio essere una guida solida, serena, con le idee chiare

Mister Luca Gotti è intervenuto al canale ufficiale per un bilancio di questo 2020.
Monica Tosolini

Mister Luca Gotti è intervenuto al canale ufficiale per un bilancio di questo 2020. Il mister, come la squadra ha passato il Natale in famiglia, ma la serenità è stata rovinata da quanto accaduto con il Benevento. Infatti ammette: “Ho passato tre giorni molto casalinghi con i miei figli. Ma non sono riuscito ad abbandonare il gusto amaro dell’ultima partita. Forse prima avevamo dato le cose troppo per scontate e la serie A è stata pronta a ricordarcelo”.

7 e mezzo il voto alla prima parte dell’anno, 5 alla seconda. Le sembra giusto come voto? “Sono poco interessato alle pagelle, sono più interessato ai punti. I punti sono questi, 42 in un anno. Ma io non posso fermarmi a guardare questo. E’ vero che sono arrivati calciatori di un certo tipo, negli ultimi giorni di mercato e alcuni reduci da una lunga inattività. Bisogna analizzare la realtà per quello che è, non per quella che vorremmo. Anche io avrei voluto avere a disposizione sempre Mandragora, Deulofeu, ecc..Non dico che non bisogna sognare, ma la realtà è altra cosa”.

Come è riuscito a far rigiocare l’Udinese? “Non so dove può arrivare questa squadra, ma di sicuro c’è la voglia di dare gas e fare tutto quanto è possibile. Ho esperienza abbastanza, per sapere che non è il caso di fare voli pindarici, costruirsi una realtà diversa da quello che è, diventa pericoloso. Sappiamo di avere potenzialità di un certo tipo, che vanno verificate sul campo. Prima bisogna puntare la barra dritta sui 40 punti. A me non piace soffrire, come non piace ai Pozzo e ai tifosi. Prima dobbiamo fare i 40 punti. Ho visto nel passato allenatori affrontare la serie A facendo marketing di se stessi, volendo mettere in mostra se stessi più che la praticità delle idee. Io non voglio essere così. Io voglio essere una guida solida, serena, con idee chiare”.

Dove può incidere su risultati e prestazioni che non hanno premiato? “Questa squadra per quanto fatto doveva avere qualche punto in più, su questo siamo tutti d’accordo. E’ un concetto importante, ce li saremmo meritati. Certo, non con il Benevento. Due sono i temi che cerco di passare alla squadra in questo momento: Uno, l’atteggiamento con cui si affrontano le partite, bisogna sempre dare il massimo. L’idea che la maglia vada sudata è importante. Su questo va messa una chiara idea di gioco, con idee che vengano riconosciute dai giocatori. Idee e concetti che vanno metabolizzati dalla squadra. Io voglio che l’Udinese abbia una identità sua. Intanto devo far sì che questi giocatori recuperino la condizione. Ora, dopo due mesi, ho recuperato Walace, ma si è infortunato Jajalo. Recupero Lasagna, si infortuna Okaka. Adesso andiamo ad affrontare sei partite dal 3 al 23 di gennaio: in 20 giorni hai pochissimo tempo per allenarti. Questo è quello che porta tutte le squadre a fare prestazioni altalenanti, fa saltare gli equilibri”.

Come mai in casa la squadra rende meno? “In questo campionato, senza pubblico, la questione si affievolisce. La spinta emotiva del pubblico sappiamo che condiziona”.

Pussetto agisce più in profondità: “Lo scorso anno l’ho visto poco. Non potevo dargli funzioni per le sue caratteristiche. E’ sempre stato considerato attaccante esterno, ma per me è anche punta di grande profondità, che deve però migliorare la fase realizzativa”.

Il non riuscire a vincere contro le piccole può essere una questione psicologica? Nel riscaldamento contro Spezia e Benevento, i calciatori avversari sembravano già più motivati:  “Può essere che sia una questione psicologica. Chi ha notato un atteggiamento non consono nel riscaldamento, mi ha messo una pulce, ora starò attento anche a quello”

Cosa dice a chi la critica dicendo che urla troppo poco in panchina? “Ognuno ha il suo stile. Se si ritiene che il messaggio non arrivi, allora forse non urlo abbastanza. Ci sono aspetti caratteriali che non sono conosciuti da chi vede da fuori. Ci sono allenatori che urlano tanto, ma di personalità ne hanno poca. Altri che urlano meno, ma hanno un carattere più solido”.

Geniale l’idea di mettere Forestieri con Pussetto: “Forestieri farà domani il suo primo allenamento con la squadra. E’ venuto qui con la voglia di tornare a Udine, di fare la A con l’Udinese. Questo non è un aspetto secondario”.

Come mai questa estate si è fatto un po’ desiderare? “Questo è un falso storico. Il campionato è finito la domenica sera, io ho firmato il mercoledì o giovedì. Non è vero che non volevo rimanere”.

Lasagna: il suo è un problema mentale? “Lo reputo un giocatore potenzialmente fortissimo. Si condiziona da solo, in alcuni momenti dell’anno si limita da solo, si fa condizionare da solo. A lui serve fare gol, gli serve tranquillità, serenità. Lui per primo sente su di se il peso degli errori. E’ un ragazzo molto responsabile. Ha fatto un gol importantissimo a Cagliari, avrei voluto che trovasse subito il gol nella partita successiva, aveva bisogno di ricaricarsi nella continuità. La forza di Kevin deve essere quella di ricominciare con serenità dopo gli errori. Lui ha potenzialità non comuni, ne sono certo”.

A che punto è Deulofeu? “E’ venuto qui con l’idea di riprendersi dall’infortunio e fare un percorso per tornare il vero Deulofeu. Io questo aspetto glielo contesto. Udine  è una maglia importantissima che lui deve onorare, deve voler bene ai suoi compagni. Gli ho detto che lui deve essere meglio di quanto è stato, non deve avere come obiettivo quello di tornare Deulofeu. Può essere meglio, questo gli dico. Lavora moltissimo, ma ci sono i sette mesi di inattività oltre ai piccoli intoppi, tipo il risentimento muscolare, la maternità della compagna, i viaggi, il problema al piede con questo piccolo edema che sembra non andare via facilmente”.

La vittoria sulla Juventus è stata il ricordo più bello di questo anno? “Ce ne sono di bei ricordi. Ho la capacità di godere delle piccole cose della quotidianità. Lì c’era un avversario prestigioso che veniva per vincere il campionato: quei tre punti sono stati fondamentali per affrontare le gare successive con serenità. Il neo grosso di quella serata lì è che non c’erano i tifosi allo stadio: si meritavano quella soddisfazione dal vivo”.

Il suo rapporto con Pozzo? “L’esperienza del presidente è superiore alla mia. Stamattina siamo stati un’ora assieme. Lui voleva lavorare sugli errori della partita con il Benevento. Me lo ha detto con garbo, come faccio io con lui”.

Cosa si augura per il 2021? “Il Covid ha provocato guai per molti, ma anche la solitudine a cui sono state costrette molte persone. Sono stato spettatore di solitudine di persone: prima ancora di fare un augurio leggero, spero che si possa tornare il prima possibile alla normalità e che tante persone che stanno soffrendo possano avere beneficio da un cambiamento positivo”.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia