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Forestieri: “Dalla gara di mercoledì dobbiamo imparare la lezione”

La morte di Maradona ha portato lacrime anche in Friuli, in particolare tra i suoi connazionali.
Monica Tosolini

La morte di Maradona ha portato lacrime anche in Friuli, in particolare tra i suoi connazionali. E Fernando Forestieri, cresciuto nel mito di Diego, non si vergogna a dire di aver pianto quando ha saputo la notizia. A ‘Il Gazzettino‘ racconta: “Ero a bordocampo e mancava poco all’inizio della partita quando ci è arrivata questa voce. Rodrigo mi ha detto che era morto Maradona e io non volevo crederci; ci sono rimasto malissimo, non riuscivo a pensare fosse vero. Ho cominciato subito a piangere da solo, e ho pianto anche durante la partita. È una cosa bruttissima per me, e penso per tutto il Mondo, perché lui è stato unico”. Un mito, non usa mezzi termini.

Ma quella sera c’era la partita con la Fiorentina da giocare. Ed è finita male anche quella. Forestieri spiega: “Abbiamo difeso con cattiveria ma siamo stati puniti nel finale. Meglio che sia successo in Coppa e non in campionato. Resta il rammarico perché potevamo andare almeno ai rigori; dobbiamo imparare la lezione. Dobbiamo migliorare, creando più occasioni da gol ed essendo più cattivi sotto porta. La cosa che mi piace di questo gruppo è però lo spirito di sacrificio per il compagno, e con questo andremo lontano, facendo bene, a cominciare da domenica”.

Contro una Lazio in crescita non sarà facile. Ma Forestieri è fiducioso: “Per noi tutte le partite sono difficili e dobbiamo pensare a noi soltanto, facendo quello che ci chiederà il mister. Pensiamo a noi, senza paura, che ci sia di fronte la Lazio, la Fiorentina o chiunque altro”.

Lui è tornato a Udine dopo molti anni. Spiega: “La prima volta in Friuli ero un ragazzino. Non ho mai giocato, essendo un Primavera. Sono andato spesso in prestito e quindi non posso fare paragoni. Per me ora è tutto nuovo e sto ricominciando da zero. Mi sto godendo il grandissimo livello di questa società, dallo staff agli chef, che ti mettono in condizione di fare al meglio il tuo lavoro. E’ un ambiente meraviglioso. Spero di giocare di più, ovvio, come ogni calciatore, ma so che c’è bisogno di tutti. Quando Gotti mi sceglie, dò sempre il massimo. So che non sarà semplice trovare maggiore spazio perché la squadra sta facendo bene”.

Lui si è dovuto adattare ad un nuovo ruolo: “Non è stato semplice, perché quando rincorri tanto sei meno lucido negli ultimi metri, almeno dal mio punto di vista. È una cosa che mi manca, ma mi sto adattando pian piano”.

E poi a Udine ha ritrovato tanti argentini: “E’ stato bellissimo, perché quando arrivi allo spogliatoio, ti identifichi con loro. Devo dire che c’è un ottimo rapporto anche con tutti gli altri. In spogliatoio c’è un bel mix, anche se fare due chiacchiere con i compagni argentini bevendo mate è il top”.

Infine conferma che De Paul è il leader di questa squadra: è disponibile e bravo a compattare lo spogliatoio. Un compito non da poco.

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