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Collegio di garanzia: respinto il ricorso dell’Udinese

Il Collegio di garanzia presso il Coni ha respinto i ricorsi presentati contro la mancata disputa di Bologna-Inter e Atalanta-Torino, e contro il risultato di Udinese-Atalanta
Monica Tosolini

Il Collegio di garanzia presso il Coni ha respinto i ricorsi presentati contro mancata disputa di Bologna-Inter e Atalanta-Torino, contro il risultato di Udinese-Atalanta e contro la riduzione della squalifica ai medici della Lazio per la violazione dei protocolli Covid. Inter e Atalanta chiedevano la vittoria a tavolino per le prime due partite, non giocate per Covid; l’Udinese invece la ripetizione della partita giocata e persa 6-2. Dopo le decisioni dell’organo giudicante del Comitato olimpico nazionale, dunque, il recupero di Bologna-Inter resta fissato per il 27 aprile e quello di Atalanta-Torino l’11 maggio. Tra le partite che a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 furono rimandate a causa della recrudescenza della pandemia c’è anche Udinese-Salernitana, non disputata il 21 dicembre a causa del cluster Covid nel gruppo squadra dei campani. Il Collegio di Garanzia non ha discusso però di questa partita: il club friulano ha infatti deciso di rinunciare al ricorso, la sfida verrà recuperata il prossimo 20 aprile. Discorso diverso per la partita che il 6 gennaio la Salernitana avrebbe dovuto disputare contro il Venezia: il club lagunare ha tempo sino al 18 aprile per deposita il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni contro la decisione dei tribunali FIGC e chiedere nuovamente il 3-0 a tavolino dopo che la Lega Serie A ha calendarizzato l’incontro il prossimo 27 aprile.

GRASSANI: “BOLOGNA-INTER? SPECULARE A JUVE-NAPOLI” “Il punto che distingue Bologna-Inter da tutte le altre è che il Bologna non si è presentato in campo alla gara del 6 gennaio, però non ha mai invocato l’esimente di cui all’articolo 55 delle NOIF, ossia la causa di forza maggiore. Siamo nel curioso caso in cui si richiede una causa di giustificazione senza che l’interessato si sia mai giustificato”. Lo ha detto l’avvocato dell’Inter, Adriano Raffaelli, al Collegio di Garanzia del Coni durante l’udienza sulla gara tra nerazzurri e felsinei, rinviata quattro mesi fa per le tante positività al Covid nella rosa rossoblù. “Riteniamo che la decisione del secondo grado sia da riformare e sia censurabile in diritto: o vi è stata una frontale violazione di una norma decisiva, l’articolo 55 delle NOIF, oppure si è ritenuto di sorvolare sull’applicazione di questa norma, e in tal caso manca la motivazione su perché si è sorvolato”. Raffaelli ha poi aggiunto che il Bologna non ha mai fatto sapere se potesse contare su almeno sette tesserati regolarmente schierabili (il minimo richiesto per scendere in campo): “Il silenzio del Bologna a riguardo nasconde proprio il desiderio di non partecipare a un dibattito che sarebbe contradditorio”. Mattia Grassani, legale del club emiliano, ha risposto così all’arringa del collega: “L’articolo 55 delle NOIF non subordina la causa di forza maggiore a un reclamo o un preannuncio di reclamo, ma lo ritiene invocabile e riconoscibile dal giudice sportivo qualora ne sussistano gli elementi”. E il Bologna, ricorda Grassani, il 5 gennaio comunicò a Inter, Lega e FIGC che il provvedimento della ASL impediva alla squadra di prendere parte alla gara con l’Inter e alla successiva col Cagliari. “L’articolo 55 NOIF non prevede che il soggetto che si trovi impedito a partecipare a una gara debba promuovere per forza un’iniziativa processuale, ma è sufficiente che esso documenti che la causa di forza maggiore sussiste”. Grassani conclude affermando che Bologna-Inter è “esattamente speculare a Juventus-Napoli, del 4 ottobre 2020. Il Napoli era il Bologna di oggi”.

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