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Bovenzi: “E’ un motivo d’orgoglio, per me, essere all’Udinese”

Il nuovo responsabile della preparazione atletica dell’Udinese Antonio Bovenzi ha parlato ai microfoni del canale ufficiale
Monica Tosolini

Il nuovo responsabile della preparazione atletica dell’Udinese Antonio Bovenzi ha parlato ai microfoni del canale ufficiale spiegando quanto sia orgoglioso di lavorare per una società importante come l’Udinese, una società con strutture eccezionali che permettono di lavorare davvero in condizioni perfette. Bovenzi ha poi spiegato come verrà sviluppato il lavoro in questi primi giorni di ripresa degli allenamenti.

Professor Antonio Bovenzi lei cura la preparazione atletica dell’Udinese. Qual è stato il primo impatto con un Club che nell’ambiente e nel mondo del calcio è riconosciuto per essere al top in termini di strutture? “È un motivo d’orgoglio per me essere qua. Non nascondo che ricevere la chiamata dei Direttori e del Presidente è stata una gioia immensa in quanto l’immagine che ha l’Udinese in Italia e all’estero è un’immagine importante. Il Club è famosissimo per lo scouting, sono tanti i giocatori che sono passati per Udine che hanno fatto e che stanno facendo carriere straordinarie. Le strutture a disposizione sono di altissimo livello, per un professionista trovarsi a Udine significa avere a disposizione tutto il possibile per lavorare al meglio e la Società ci mette nelle condizioni per poterlo fare. Speriamo di non deludere le attese, l’impegno da parte mia è massimale. Ho trovato dei collaboratori straordinari e il Mister è una persona fantastica. Mi hanno accolto tutti benissimo. Sono molto contento e spero di dare il mio contributo”.

Lei ha un curriculum di primissimo spessore, ha lavorato in club importanti come Roma, Lazio, Inter, Milan, Sampdoria e Torino. Per la sua figura è il periodo più duro per impegni di lavoro e per stabilire la tabella di marcia. Come sarà il lavoro della squadra che oggi si raduna e riparte. “Dedicheremo questi primi giorni a Udine per fare le valutazioni funzionali in stretta collaborazione con lo staff sanitario e medico. Cercheremo di non lasciare nulla al caso, siamo molto orientanti a fare un lavoro il più possibile individuale perché a mio avviso il calcio moderno richiede questo tipo di specificità. Cominceremo con le valutazioni e in base a tutti i test d’ingresso cercheremo di cucire ad ogni calciatore il proprio abito su misura”.

Lei conosce qualcuno dei giocatori già a disposizione in rosa, Stefano Okaka e Daniele Padelli. Come li ha trovati e cosa vuol dire lavorare di nuovo con loro? “Di Stefano ho un ricordo bellissimo perché con lui ho avuto un bel rapporto alla Sampdoria. Lui veniva da una parentesi poco edificante dal punto di vista motivazionale in quel di Parma dove era stato messo un po’ da parte e da noi si è subito messo a disposizione. Conoscevo le sue gesta, io sono di Roma e Stefano è cresciuto e ha esordito nella Roma. In pochi attimi abbiamo ripercorso quei sei mesi che sono stati fantastici. Gli ho chiesto di ripetere quel periodo perché ricordo un giocatore importante, applicato, con grandi motivazioni e la cattiveria agonistica giusta. Daniele l’ho incontrato questa mattina nello spogliatoio. Siamo stati insieme a Torino. Mi ha detto di essere molto contento del ritorno a Udine. Lo capisco perché la città è bellissima, fatta di persone importanti, lavoratori assoluti, stadio bello, pubblico bello, strutture belle e società di altissimo livello quindi siamo entrambi molto felici della scelta fatta”.

Lei ha lavorato con Roberto Mancini. Che ricordo conserva di lui?  “Roberto oltre ad essere un allenatore straordinario è un uomo fantastico poiché coniuga tutti gli aspetti del calcio: tecnici, tattici, motivazionali e fisici. Lo devo ringraziare perché mi ha dato la possibilità di lavorare in Serie A (alla Lazio). Ha questa peculiarità di voler creare il gruppo e io non sono sorpreso del cammino importante che ha fatto la Nazionale. Questa sua grandissima competenza si nota perché si vede che i ragazzi lavorano in gruppo, uniti per raggiungere un obiettivo. Roberto per me è una certezza”.

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