I bianconeri affrontano la seconda trasferta consecutiva nel tentativo di riscattare in Emilia quantomeno nel risultato, la positiva prestazione di San Siro.
GOTTI schiera l’undici che ritiene più affidabile nel consueto 352. D’Aversa deve rinunciare a Gervinho ed Inglese schierando le 3K dietro il colosso danese Cornelius.
Parte bene l’Udinese generando un buon possesso palla con conclusioni però, affatto efficaci. È un difensore tuttavia a sbloccare la gara, ovvero l’Italo-svedese Gagliolo, autore anche all’andata di una marcatura decisiva, elemento cui evidentemente i bn portano davvero bene. Il pallonetto nonostante la marcatura a seguito di un rimpallo, trova una parabola beffarda cui MUSSO non può opporsi. La squadra non perde coraggio e continua a macinare gioco. Tutte le conclusioni paiono però dannatamente inadeguate al rango richiesto.
La doppia beffa non tarda poi a manifestarsi con il “fenomeno” Kouluseski promesso sposo juventino, che trovando uno spiraglio scaglia un fendente verso la porta friulana. Il tiro veniva leggermente deviato, ma non tanto da evitare al bravo MUSSO di commettere un errore tecnico che condannava i suoi al doppio svantaggio.
Non si può davvero imputare al valido portiere argentino colpe particolari, almeno nel contesto di una giornata peraltro caratterizzata da almeno un altro paio di interventi spettacolari; da dire piuttosto che al contrario di Gagliolo, vista l’andata, a lui il Parma non porta generalmente troppe soddisfazioni.
Il secondo tempo vedeva una squadra sempre viva, con una sua precisa identità, quasi a dimostrare che il risultato definitivo non era affatto stato decretato. L’ingresso di JAJALO conferiva ulteriori geometrie, ma errori marchiani come quelli commessi da MANDRAGORA, a dieci dalla fine, per ben due volte a tu per tu con Sepe, non possono favorire alcun proposito realizzativo.
GOTTI ancora una volta non raccoglie nulla, ma mentre a Milano i rimpianti si potevano materializzare nell’effigie del portiere avversario di spessore assoluto, in Emilia diviene necessario recitare il “mea culpa” in quanto, una messe di errori tale in fase conclusiva, non è purtroppo consentita nella massima serie.
Va corretto il tiro davanti alla porta non c’è dubbio, pur se questo fondamentale raramente può essere allenato in soggetti maturi. Spesso l’errore è espressione del patrimonio tecnico individuale di ciascun di loro. Forse una maggior concretezza tra occasioni generate e realizzazioni, sarebbe auspicabile, persino doverosa, poichè in A ben difficilmente si viene graziati in caso di errori clamorosi.
In ottica innesti, ZEEGELAAR è arrivato nel corso del mercato di riparazione per dar respiro a SEMA. Il ds PPM l’ha definita una gran operazione… sarà, ma non ci siamo esaltati! Sarebbe necessario piuttosto, individuare quanto prima il sostituto di PUSSETTO, poichè le bocche da fuoco bn, in più di qualche circostanza dimostrano ahinoi, di avere le polveri bagnate. Volete mettere un TOTÓ DI NATALE là davanti? Scoviamolo al più presto.