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Udinese, congedo sul campo con onore

L’Udinese chiude l’annata con dignità e impegno massimali
Monica Tosolini

L’Udinese chiude l’annata con dignità e impegno massimali, passeggiando su una Salernitana che minacciava assalti all’arma bianca, motivazioni apicali, sospinta da un catino infernale composto da 30.000 spettatori indiavolati e determinati a costituire il 12.mo se non addirittura il 13.mo uomo in campo per gli uomini di Nicola. La gara di domenica, invece, ha riportato tutti sulla terra. Ha ricordato a tutti il perché ci sono 16 punti di differenza tra le due squadre, e soprattutto ha rimarcato la differenza tecnico-tattica tra le due formazioni, che a parità di motivazioni è emersa in sommo grado.

Le motivazioni; si perché quelle messe in campo dagli uomini di Cioffi erano le stesse che da Dicembre eravamo abituati a vedere: squadra affamata, pronta ad aggredire gli avversari, e pronta a distendere sul terreno dell’Arechi la sua superiorità fisica e tecnica, oltre che l’interiorizzazione del lavoro del mister, tradotto, la capacità che ha una squadra di ostentare i dettami dell’allenatore con automatismi ormai mandati a memoria.

La Salernitana ,invece, forse ha sentito in modo eccessivo il peso della gara. Dopo una lunga rincorsa, e caricata con tanto amore dal pubblico, ma anche con una spada di Damocle pesantissima che si chiama responsabilità, si è dissolta quasi subito: ha palesato tutti gli aspetti negativi del calcio di Nicola, ovvero la poca fluidità di manovra e una pericolosità orchestrata pressochè con le palle inattive grazie alla testa di Djuric, e nemmeno un elemento di quello che rappresenta invece il punto di forza delle squadre di Nicola, perlomeno dal punto di vista tattico: linee serrate, occupazione ordinata degli spazi e vittoria sulle seconde palle grazie al raddoppio sui portatori di palla avversari. Niente di tutto ciò.

Il gol di Deloufeu all’alba del match ha sconquassato l’ordine tattico di Nicola, e per tutto il primo tempo (ma anche per buona parte della ripresa) la squadra di casa si è sfilacciata tra i reparti lasciando davvero troppo campo ad una compagine come quella di Cioffi che negli spazi va a nozze.

Non c’è da meravigliarsi se il primo tempo non si fosse chiuso sul 4 a 0, con Pereyra che graziava i campani dagli 11 metri, per rimandare la quarta marcatura ad inizio ripresa. Il secondo tempo è stato di gestione e controllo, con la Salernitana alla quale non riusciva nulla, nemmeno quando confezionava azioni meritevoli della marcatura, e con Cioffi che, nel frattempo, faceva esordire i promettenti ragazzi della primavera, aspetto questo davvero apprezzabile e che da tempo non si vedeva.

Alla fine è stata festa per tutti, per i campani che hanno raggiunto il traguardo sperato grazie ad un Cagliari che ha fatto di tutto per prendere in corsa il treno della B, e con l’Udinese che ha chiuso bene un cammino, quello di Cioffi, a tratti esaltante, e nel complesso buono. Un cammino dove l’obbiettivo dei 50 punti è sfuggito di mano solo per via dell’inciampo casalingo con lo Spezia, ma che lascia negli occhi dei tifosi tanti aspetti positivi che da un po’ in queste latitudini non ci si poteva beare:

• Ottavo attacco del campionato;

• Saldo positivo tra gol fatti e subiti;

• Goleade libidinose in trasferta (come non capitava dai tempi di Guidolin)

• Superata quota 60 gol fatti;

Ora, a bocce ferme la Società dovrà fare le sue valutazioni sulla conferma di questo stato dell’arte, che ai tifosi, dopo anni di sofferenze, piace un sacco. Il punto focale sarebbe stato la conferma del Mister, che invece ieri ha lasciato. La società, ahimè, ci ha abituati a repentini quanto impronosticabili cambi di programma, volti a ripartire da 0 qualora le condizioni chiave da essa richieste, non trovassero terreno fertile nelle quali germogliare. Non resta che aspettare e attendere il nome del sostituto. Certo è che a nostro giudizio, Mister Cioffi ha condotto un lavoro oltremodo egregio, in grado di valorizzare in modo rimarchevole tutta la rosa, e garantire eventuali plusvalenze, tanto care alla Società, oltre che a riscaldare il cuore della tifoseria.

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