Il Benevento di Pippo Inzaghi nel lunch match della 33ª si presenta come avversario piuttosto scorbutico. Reduce dal buon pareggio di Marassi (Genoa) che ha lasciato persino qualche recriminazione, la squadra campana affronta l’Udinese con la consapevolezza che una vittoria potrebbe garantire una buona fetta di salvezza.
Pippo è tecnico preparato tanto che all’andata seppe “incartare” sul piano tattico Mr.GOTTI portandosi a casa 3 punti fondamentali per il seguito del torneo. Motivatore, scaltro, sempre attento a ciò che lo circonda, sa essere opportunista da allenatore tanto quanto lo era da giocatore. Poteva eclissarsi per gli interi 90’ di gioco, ma se una palla vagava nei pressi della porta avversaria, beh, statene certi che il tocco decisivo era il suo. Ecco perché la soglia dell’attenzione al Vigorito deve essere necessariamente molto alta data la capacità indiscussa del tecnico di saper trasferire ai giocatori in organico il proprio verbo calcistico.
Rispetto all’andata i giallorossi presentano qualche novità; Viola occupa il ruolo di regista in luogo del più esperto e maturo Schiattarella mentre il 22.enne attaccante argentino (1,90) Adolfo Gaich in prestito dal CSKA, viene superato nelle scelte iniziali dall’attaccante sardo Sau, proprio per sostituire l’acciaccato Caprari, giustiziere al Friuli. In merito all’italo-peruviano Lapadula punta avanzata dello scacchiere giallorosso, nonché autore di un gran gol sotto la Lanterna nel turno passato – 5 centri in stagione – forse non tutti sanno che per pochi milioni (si narra 3,8) sarebbe potuto diventare nella sessione estiva di mercato il 9 bn, andando probabilmente a colmare un vuoto cosmico dell’attuale roster friulano. Non è più di primo pelo (31) si potrà obiettare, ma nemmeno Caputo due anni fa quando venne scelto dal Sassuolo o Totò di Natale lo erano, eppure l’apice di carriera non era stato ancora raggiunto. Fare gol in fondo è come andare in bicicletta, calano i riflessi, ma non si disimpara!
GOTTI arriva al match un po’ frastornato dalla scoppola interna col Cagliari, e dopo un ritiro punitivo giunto a seguito di altre due gare perse al Friuli (Lazio e Torino), e da voci disparate per la panchina 21-22 che non possono lasciare indifferenti. Troppo intelligente l’uomo di Contarina per capire che il suo lavoro è stato apprezzato solo in parte per pensare che gli vengano concessi in futuro mari e monti. Salvo ripensamenti o exploit finali le strade potrebbero separarsi poiché la proprietà bn sembra non gradire troppo l’atteggiamento sin troppo prudente in campo, un po’ meno fuori.
Parma che a sentire gli addetti ai lavori si vocifera molto vicino al tecnico veneto, con un rinnovato progetto che riparta dalla cadetteria, non rappresenterebbe necessariamente visto l’organico in essere, una diminutio per Luca da Adria, pur vedendosi riconoscere attestati tangibili anche da società della massima serie.
Al Vigorito il rientro di RDP in luogo di FORESTIERI rappresenta la sola novità rispetto alla sfortunata gara con il Cagliari nonostante alla vigilia si prospettasse l’ipotesi di rivedere in campo SAMIR, BRAAF oltre a OUWEJAN; modulo e 11 in campo dalla valenza forse conservativa, in totale ossequio a quel 3511, cliché da trasferta raramente ripudiato. La teoria di GOTTI, e non solo, è che non sempre a numero copioso di attaccanti corrisponde un numero di reti conseguenti.
Si parte con un’Udinese scaltra, tanto che diventano necessari appena 3’ per sbloccare il punteggio. RDP si inventa un filtrante per MOLINA il quale giunto a 10 metri dal portiere avversario lo infila con un diagonale perfetto, ottenendo il primo centro in bianconero. Meglio non si poteva partire. Rodri non è facilmente marcabile per i centrocampisti della “strega”e le giocate si sprecano. Alla mezz’ora innesco del Diez per PEREYRA con conseguente assist per ARSLAN posizionato al limite dell’area; il tiro del turco-alemanno non lascia scampo ad un impietrito Montipò.
2-0 e strada in discesa per i bianconeri.
Il bravo ARSLAN che si fa rimpiangere quasi sempre quando siede in panchina, meno quando commette qualche sciocchezza nel rettangolo verde, dovrebbe conoscere la tensione tipica che attanaglia nel post gol, tensione che normalmente si sbilancia immediatamente dopo una rete realizzata – si perde di fatto la giusta tensione agonistica o l’adrenalina per contro sale alle stelle.
Il risultato è che il centrocampista bn allunga con un maldestro colpo di testa all’indietro, mettendo in difficoltà la retroguardia sino ad allora piuttosto attenta. LAPADULA anticipava dentro l’area di rigore l’arrivo di MUSSO che non fa di meglio che atterrarlo. L’arbitro Mariani oltre che ammonirlo (mancherà per squalifica con la Juve) designava il decimo penalty in stagione a sfavore dei friulani. La rete di Viola dimezzava lo svantaggio rimettendo in corsa le streghe di Inzaghi. La frazione finiva comunque con il vantaggio degli ospiti in grado di palesare una squadra molto attenta e determinata.
Il Benevento dopo un girone d’andata capace di produrre ben 22 punti, inizia ad intravedere lo spettro della retrocessione innanzi ad una squadra difficile da superare, notoriamente abile nella situazione di non possesso. Ma Pippo è tarantolato anche quando guida dalla panchina, vantando notevoli capacità tattiche nel creare situazioni di pericolo nella difesa avversaria. Mischie, colpi di testa (8 rete son nate da situazioni di angolo), traversoni continui, indicano come non sia affatto facile affrontare gli uomini di Inzaghi (la Juve ne sa qualcosa con 1 solo punto ottenuto in 2 gare).
Serve nella circostanza in più occasioni, la concretezza di un grande portiere come MUSSO per evitare guai seri sulle incursioni, magari frenetiche, ma assai pericolose dei padroni di casa. Inzaghi non sarà il miglior allenatore in circolazione, ma tante occasioni generate dalla parte di MUSSO non le avevamo notate nemmeno contro le grandi squadre (alla fine saranno 22 i tiri scagliati verso la porta dell’argentino).
In avvio di ripresa son sufficienti appena 5’ per ristabilire le distanze; RDP pennella verso STRYGER il quale con un colpo di testa chirurgico in tuffo, porta a 3 le reti degli ospiti. Bene il danese al secondo centro stagionale e prolungamento di contratto che s’avvicina a grandi passi. Molto più efficaci i cambi di GOTTI rispetto a quelli di Pippo. BRAAF entrato al 70º – finalmente 20’ di gioco – al posto di un più che positivo STRYGER, ci mette solo pochi minuti a realizzare il suo primo (speriamo di una lunga serie) centro in bn, con una azione personale che si conclude in bellezza; 4-1 e palla in centro. Grande il talento dell’olandese, meritevole senza dubbio di maggior spazio. Il 2-4 di Lapadula a 10’ dalla fine non altera gli equilibri della gara e non inficia la qualità della prestazione esibita dai ragazzi di GOTTI i quali hanno posto un tassello pressoché definitivo per una meritata salvezza, nonostante l’ulteriore vittoria del Cagliari che mette in ambasce almeno 4/5 società.
3 gare rimanti al Friuli (Juventus, Bologna e Samp) e 2 fuori (Napoli e Inter tricolore) in questa annata strampalata senza tifosi al seguito, potrebbero fornire ragionevolmente tra i 6 e i 9 punti. Due dunque gli scontri diretti, entrambi tra le mura amiche, per la conquista di un 9º posto che alla fine potrebbe rappresentare un obiettivo davvero gratificante.
Non sappiamo se questo risultato diventi in parte sufficiente per continuare il rapporto con Mr.GOTTI il quale, davanti agli impegni stagionali da dentro o fuori, ne è sempre uscito con il pieno dei voti. Luca non sarà mai un “piro-tecnico” alla Italiano o alla Inzaghi, ma ha costruito tra diverse difficoltà, una squadra dignitosa che possiede una sua precisa identità. Certo, è tremendamente dipendente da RDP e MUSSO, due fuoriclasse che difficilmente rivedremo in bn anche nella prossima stagione, tuttavia va riconosciuto che ben altro bolle sotto la pentola. BRAAF è talento su cui costruire il futuro e sarebbe veramente delittuoso perderlo qualora sussistessero le condizioni per trattenerlo; con PUSSETTO rappresentano i prototipi della punta moderna, rapidi di testa, veloci di gamba, bravi a presidiare entrambi le corsie. Dietro con il riscatto di BONIFAZI, 4 elementi affidabili su cui contare ci sono. In mezzo c’è da capitalizzare al meglio la cessione del miglior centrocampista dell’intera serie A; peccato per Mandragora e Barak, 2 elementi giovani che stanno dando molto ai rispettivi club, e che con qualche garanzia potevano esser convinti a rimanere in bianconero, garantendo un futuro molto solido al club dei Pozzo. Per gli esterni, MOLINA e STRYGER rappresentano due garanzie.
Infine concludiamo con i complimenti al Watford ripromosso con immediatezza in Premier dopo una grande stagione. Auspichiamo solo che tra i club si generi una effettiva sinergia, un proficuo scambio di giocatori più confacenti alle rispettive esigenze, piuttosto che una denegata subaltenità.