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Pari pirotecnico all’Olimpico tra luci e ombre

Sarri e Gotti si abbracciano prima della sfida serale del giovedì più ancora che da colleghi, da veri e propri vecchi amici dati i sapidi trascorsi londinesi marchiati Chelsea.
Monica Tosolini

Sarri e Gotti si abbracciano prima della sfida serale del giovedì più ancora che da colleghi, da veri e propri vecchi amici dati i sapidi trascorsi londinesi marchiati Chelsea. La gara é delicatissima per entrambi e i punti da conquistare un imperativo. L’Udinese reduce da un mini ritiro, presenta un 442 piuttosto inedito con PEREZ a fare il quarto di destra e JAJALO a dare geometrie in mezzo accanto a WALACE. Avanti il duo fisico BETO-SUCCESS. Rinuncia a sorpresa per NUYTINCK, MAKENGO e in parte PUSSETTO, tutti in panchina.

Il piano tattico sembra funzionare a dovere. Dopo un inizio di studio i friulani capitalizzano le ripartenze in modo ineccepibile, sfruttando gli evidenti limiti tattici dei padroni di casa incapaci nel limitare lo strapotere fisico degli avanti bianconeri. BETO con un colpo di testa alla Bierhoff oltre ad una fuga da metà campo alla Weah, mette a segno una doppietta che lo consacra bomber vero. E qui si materializza il primo vero grande errore della squadra che, come spesso accade a chi non rimane concentrato, concede l’immediata reazione ai rivali (tipico nel calcio) che ne approfittano con il bomber principe del campionato Ciro Immobile, il quale in nazionale apparirá anche limitato, ma con la maglia del club timbra con regolarità disarmante, dimezzando le distanze con un tocco ravvicinato dopo una serie di errori della retroguardia friulana.

Ci pensava nel volgere di poco MOLINA a ristabilire le distanze dopo una ripartenza favorita da BETO, proseguita da DEULOFEU e conclusa appunto dal laterale argentino che appare molto piú efficace in fase offensiva che in ottica difensiva dove gli errori iniziano a diventare pesanti.

3-1 il parziale alla fine della prima frazione, e Udinese praticamente perfetta sul piano tattico, cinica tanto da capitalizzare quasi il 100% delle azioni prodotte. Ma la nota dolente, e questa rafforza la storia, il rientro dagli spogliatoi é nefasta. Pochi tifosi si sarebbero illusi potesse finire con il parziale maturato nella prima parte, mai peró si sarebbe potuto immaginare una debacle così marcata. Errori a non finire da parte di una difesa che sino ad oggi si era distinta per ordine e forza fisica.

Nel volgere di una decina di minuti la Lazio ristabilisce il pari con due reti realizzate prima da Pedro, che quando vede Udinese si esalta, poi dal serbo Milinkovic-Savic che sfruttando un errore in uscita di DEULOFEU, realizza una segnatura di pregevole fattura con tiro a giro dal limite proprio sul sette. Al 56º il match tornava in parità con grande disappunto da parte del tecnico bianconero che vedeva vanificarsi in soli 10’ quanto di buono ottenuto nel primo tempo. Ci pensava però Patric, autore di una gara da incubo, a concedere un ulteriore vantaggio agli ospiti, facendosi cacciare per una doppia ammonizione piuttosto inutile.

L’Udinese allora provava ad alzare il baricentro di una ventina di metri, ingolosita dall’uomo in più. Ma ecco che accadeva ció che i non attenti mai si sarebbero potuti aspettare… ci pensava MOLINA ( ennesimo errore da matita blu) infatti, a riequilibrare il numero di contendenti facendosi cacciare per doppia ammonizione su fallo inutile in attacco. 1

0 vs 10 la partita cambiava dando coraggio ai padroni di casa che su cross da palla inattiva trovavano il vantaggio con il nazionale Acerbi ad appena una decina di minuti dal termine. Lo scoramento appariva totale con l’ennesima sconfitta profilarsi all’orizzonte e crisi conseguente. E invece ci pensava ARSLAN a reimpattare il risultato al 99º con un tiro dal limite su assist molto astuto di FORESTIERI capace di sfruttare saggiamente una punizione laterale peraltro contestata da entrambe le sponde, simile ad un corner corto. Colpo da biliardo all’incrocio, parità ritrovata e in buona sostanza meritata.

Nel finale a causa dell’esultanza del turco-alemanno giunto in prossimità della panchina laziale, si accendeva una gazzarra che penalizzava WALACE, il quale espulso, salterà la sfida di Empoli.

Pari dunque che va ad accrescere il numero delle mancate vittorie che rimangono 3 su 15 gare. Ieri ad un gran primo tempo ha fatto riscontro il solito calo di tensione che si manifesta nel primo quarto d’ora della ripresa, arco di tempo che spesso pregiudica il risultato finale. I 10’ di stop sembrano favorire sempre e comunque l’avversario di turno, quasi a ribadire l’incapacità del tecnico, le cui qualità tattiche non si discutono e verso cui la squadra appare in piena sintonia, a motivare a sufficienza i propri elementi.

Il settimo pareggio porta a 16 i punti in classifica ottenuti in 15 gare. Il punto appare incoraggiante qualora si consideri lo spessore dell’avversario, meno se si pensa che per ben due volte non si é saputo gestire con accortezza il doppio vantaggio. Empoli, prossimo avversario attestato a quota 20 in classifica dopo il pari di Torino, non dovrà venire interpretata come una gara di transizione laddove un ulteriore pari possa appagare quanto basta…Empoli dovrà venire conquistata con puntiglio, capitalizzando al meglio la forma smagliante dei due panzer d’attacco, affinché anche questa stagione non si vada ad ammantare di quelle fastidiose connotazioni tipiche delle ultime deludenti stagioni.

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