Queste sono le vittorie che contano
L’Udinese dell’andata fece 3 punti nelle prime cinque partite; l’Udinese del ritorno ne ha fatti 10, di punti. Dieci a tre è un risultato magnifico e forse insperato. Ovvio che all’andata partimmo con una squadra formata due o tre giorni prima di iniziare il campionato, ma oggi come allora siamo pieni di infortunati, eppure resistiamo e lottiamo.
L’Udinese di Gotti ha mostrato il suo meglio nei periodi difficili, dopo il lockdown la scorsa stagione ed ora con tanti infortunati importanti (Pussetto, Pereyra e Delofeu solo per citare i tre più importanti). Domenica mancava più di mezza squadra, il mister ha ammesso ai microfoni di Sky che due calciatori hanno giocato da infortunati, ed abbiamo vinto!
Queste sono le vittorie che contano perché ci lasciamo alle spalle la Fiorentina, dopo aver superato Spezia e Benevento che all’andata ci batterono.
A proposito di Benevento. In quella partita l’arbitro commise molti errori, ma la sconfitta fu unicamente colpa nostra. Anche domenica stasera lo stesso arbitro ha mostrato tutti i suoi limiti, eppure siamo stati più forti, abbiamo vinto.
Fossi nella società mi farei sentire: De Paul è stato tartassato con falli cattivi per tutta la partita e l’arbitro ha ammonito poco e tardi. Quarta era da espellere: è stato ammonito al quinto intervento da giallo. L’arbitro ha sbagliato pochissimo sui fischi, ma tutto sull’uso (o forse meglio dire, non uso) dei cartellini.
Più forti dei molti infortunati, più forti dell’arbitro, più forti di una squadra, la Fiorentina appunto, che ultimamente stava giocando bene ed era tornata al gol. Domenica non è riuscita a fare nulla, nell’unica occasione Musso ha solo dovuto chiudere lo specchio per impedire a Vlahovic di segnare.
Nel ritorno è già la terza partita con porta inviolata… vorrà pur dir qualcosa! Un encomio particolare va poi a Nestorovski, spesso sacrificato per dare sempre l’ennesima opportunità a Lasagna, quest’anno ci ha dato sei punti con due gol, contro Torino e Fiorentina. Forse meritava maggior considerazione. E’ emerso nel secondo tempo, quando le due punte sembravano posizionate in verticale e non più in orizzontale come invece nel primo. “Nesto” che scende a prendere palla può essere importante perché vede bene il gioco. Il suo assist al bacio a Makengo meritava miglior destrezza da parte del colored.
Alla prima da titolare, quest’ultimo, ha mostrato una buona disciplina tattica ma piedi non raffinati. Anni fa ad Udine si puntava molto sul far crescere i giovani a 360 gradi. Speriamo lo facciano anche con lui. Credo che abbia potenzialità, vedremo.
Chi ha potenzialità di sicuro è Braaf. Entrato, ha dato subito molta velocità alle azioni d’attacco, deve solo capire che gioca con altri dieci giocatori per non essere l’ennesimo Lasagna, bravissimo a portare il gioco in attacco, in velocità, ma non altrettanto a finalizzare. C’è tempo, c’è spazio, c’è in panchina un buonissimo allenatore.
Perché se contro Roma e Parma l’approccio non era stato dei migliori, domenica siamo stati fantastici. Chiusi, compatti, disciplinati per venire fuori alla distanza. Bonifazi molto meglio da centrale; Molina con meno birra (giocare novanta minuti non è come giocarne trenta…) ma autore di una prestazione matura in fase di chiusura. E poi… quando hai in rosa un certo Rodrigo De Paul, sai che negli ultimi venti minuti può capitare di tutto perché fra i suoi grandi meriti c’è quello di avere una verve e una forma fisica che cresce con il passare del tempo di gioco.
La vittoria sulla Fiorentina è stata la vittoria dei nervi, della voglia, di chi butta il cuore oltre l’ostacolo. Certo, a tutti piace vedere una squadra tutta fantasia e spettacolo, ma se hai più di metà squadra infortunata e anche chi entra non sta bene, stringi i denti, come nella boxe. Ti copri il più possibile ed attendi che l’avversario si scopra. Lo aveva già fatto due o tre volte prima ma non avevamo affondato il colpo. Ci ha pensato Nestoroski, quello che non avrà velocità, non avrà fisico, ma la voglia ce la mette! Ed ancora una volta, da gennaio, faccio i complimenti alla società. A volte vendere è importante come comprare. Meglio Makengo e Nestoroski di Mandragora e Lasagna. Il centrocampista ha chiuso sempre gli spazi più del neo torinista, il secondo ha dimostrato a tutti che meritava più opportunità. Inoltre abbiamo Llorente che lotta e sa spizzare bene e un Braaf che potrebbe darci soddisfazioni.
E’ questo che intendevo per competenze: non serve spendere per arricchire la rosa, anzi…