Home » In Emilia, lezione di calcio impartita da Thiago Motta

In Emilia, lezione di calcio impartita da Thiago Motta

A Bologna servirebbe un risultato positivo al fine di alimentare quelle residue volontà nel centrare un posto utile in chiave europea.
Monica Tosolini

A Bologna servirebbe un risultato positivo al fine di alimentare quelle residue volontà nel centrare un posto utile in chiave europea. L’Udinese affronta la sfida decimata da squalifiche ed infortuni. Oltre a mister SOTTIL reo di aver apostrofato Doveri nella sfida al Milan, fuori metà difesa con BECÃO, PEREZ e WALACE a scontare contemporaneamente somme di ammonizioni accumulate. Fuori poi anche i lungo degenti EBOSSE e DEULOFEU.

Mentre Motta é costretto a rinunciare ai soli Cambiaso ed Arnautovic, e far partire dalla panchina Orsolini e Dominguez, il tecnico friulano deve schierare una formazione inedita con una linea difensiva composta da EHIZIBUE basso nella linea dei 3, affiancato dal recuperato BIJOL e da ZEEGELAAR alla prima da titolare. Avanti mister CRISTALDI che nell’occasione sostituisce SOTTIL, propone per necessità THAUVIN al fianco di BETO a causa di un SUCCESS rimasto prudenzialmente a riposo. In mezzo accanto a LOVRIC e PEREYRA la scelta ricade su SAMARDZIC.

L’inizio é a dir poco traumatico. L’assenza di WALACE in mezzo si fa subito sentire. Due tiri imparabili scoccati dai 25 metri da Posch (4’) e dai 20 da Moro (12’) portano subito i felsinei al doppio vantaggio. Mai L’Udinese sino ad ora era partita con tale handicap. La squadra pur cercando di riorganizzarsi concede ad un Bologna ben messo in campo, tempi di gioco e palleggio rapido, con i friulani incapaci di impensierire la fase di non possesso dei padroni di casa. Per di più i ragazzi di Motta sembrano super motivati attraverso raddoppi, ma anche triplicando le marcature sul possesso palla avversario. Ì friulani pur non sembrando vivere la loro giornata migliore, trovano tuttavia un paio di buone occasioni impegnando la retroguardia di casa con un salvataggio sulla linea a portiere battuto, e scagliando con BETO un tracciante capace di sfiorare la traversa a Bardi immobile. Anche una buona punizione di SAMARDZIC sul finale va annoverata tra le opportunità da non sottostimare. Finisce la frazione con un 2-0 per i rossoblu dal sapore fin troppo severo per i bianconeri, la cui divisa portafortuna tipica – quella gialla canarino – sembra in terra d’Emila aver vanificato i propri taumaturgici nonché scaramantici, poteri.

Alla ripresa dentro NESTOROVSKI per un evanescente EBOSELE. La musica peró ahinoi, non cambia e quando BARROW la butta dentro solo dopo 5’ dalla ripartenza – L’Udinese appare oltremodo vulnerabile dal 45º al 60º di gioco in questo torneo – si intuisce immediatamente come la gara possa prematuramente considerarsi conclusa. Poco cambia infatti, nonostante i tardivi ingressi di ARSLAN, MASINA, ABANKWAH, e udite, udite PAFUNDI, forse l’unico dotato di un po’ di cazzimma…

SOTTIL dalla tribuna avrà potuto notare che con “tale” animus pugnandi, non si va da nessuna parte. Thiago Motta ha impartito ai friulani una vera lezione di calcio e di conduzione motivazionale d’approccio alla gara. Certo, concedere elementi come BECÃO e WALACE fondamentali per la fase di non possesso non aiuta ad una disamina completa, ma vedere i padroni di casa giocare con il temperamento tipico di una finale, con raddoppi o marcamenti triplicati sul portatore di palla avversario, fa capire come fosse stata preparata in modo diverso la contesa. Con il 28.enne (il 4.4 arriva il genetliaco) brasiliano tanto cercato dal Palmeiras, presumibilmente i due fendenti scagliati da fuori area da gente non specialista in tal senso, sarebbero arrivati ben più difficilmente dalle parti di SILVESTRI, facendo ben capire al popolo bn il peso e l’importanza in squadra del rubapalloni di Salvador Bahia, soppesando al contempo l’improvvida operazione legata ad una possibile cessione del forte centrocampista brasiliano.

La verve infine di Simone PAFUNDI va a nostro avviso incoraggiata. È intuibile che forse anche un altr’anno il talentino friulano non partirà tra gli 11; i 20’ del Dall’Ara però, han fatto capire come la classe non solo abbondi tra i suoi piedi, ma come sussista in cuor suo anche una certa qual volontà di metterla a terra, ergo sarebbe persino delittuoso non comprendere da subito quali potenziali margini di crescita si possano ritagliare attorno alla mezza punta molto stimata anche dal CT azzurro.

Va riconosciuto peraltro che con 30 punti ancora a disposizione e la salvezza ormai in tasca, il rischio di concludere il torneo nella terra di “mezzo” é del tutto reale. Tanto vale sin da subito sperimentare soluzioni nuove per la stagione a venire lavorando in piena sintonia con il tecnico che guiderà la stagione futura. Per 7/11 la squadra é fatta, con BECÃO probabilmente ci sarà separazione, UDOGIE partirà per Londra. Il centrocampo non sarebbe male continuasse ad essere guidato da WALACE, colonna irrinunciabile di un reparto che dovrebbe avvalersi della ulteriore crescita di personalità relativa alle diverse mezze punte in organico.

Il dubbio semmai é legato al reparto avanzato. BETO ha diverse richieste importanti sia in Italia che in Inghilterra, tanto che con una contropartita economica importante potrebbe anche essere lasciato andare. Diverso il discorso legato a DEULOFEU, elemento molto importante sul piano tecnico, ma gravato da una retribuzione considerata fuori parametro dalla famiglia. NESTOROVSKI lascerà il bianconero e per SUCCESS si punterà sulla stima del tecnico designato; con SOTTIL rimarrebbe, con altri non é scontato. THAUVIN rimarrà in virtù di un contratto pluriennale, ma con riserva di merito; il francese visto fino ad oggi – al Dall’Ara davvero impalpabile la sua prova – appare solo il lontano parente del giocatore fu, e che tanto servirebbe all’Udinese di oggi.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia