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Il Napoli si tinge di tricolore davanti ad una grande Udinese

L’attesa dopo 33 anni per i partenopei era palpabile sin dalla vigilia con in ballo niente di meno che il tricolore.
Monica Tosolini

L’attesa dopo 33 anni per i partenopei era palpabile sin dalla vigilia con in ballo niente di meno che il tricolore. A supporto della squadra di Spalletti un’orda di tifoseria a sancire un momento dalla portata storica.

La curiosità era legata alla “cazzimma” per dirla alla napoletana che i ragazzi di SOTTIL potevano riversare sulla contesa dopo la pessima prestazione di Lecce.

Sin dalle prime battute si é capito che davanti ad uno stadio gremito PEREYRA e compagni avrebbero venduta a caro prezzo la pelle. Forte in aggiunta anche lo stimolo dato anche dai supporter bn che nei confronti della tifoseria avversaria non nutrono storicamente troppa simpatia. Bella l’Udinese, lontana parente di quella svagata di Lecce, simili a larghi tratti a quella di inizio torneo. I risultati non tardano per conseguenza ad arrivare; grande apertura di SAMARDZIC per UDOGIE che imbeccava a centro area l’accorrente LOVRIC, il quale prendeva la mira e “uccellava” il friulano Meret piazzando la palla sul secondo palo. Ottimo il primo tempo con un Napoli che girava mirabilmente palla ma senza incidere troppo. Il primo tempo si chiudeva con la squadra di SOTTIL meritatamente in vantaggio lasciando qualche dubbio di troppo a Spalletti.

Alla ripresa c’era d’attendersi una reazione rabbiosa dei campioni d’Italia in pectore. Ci pensava dopo pochi minuti l’uomo mascherato (e chi se non lui..) a raddrizzare la barca per i suoi, con un tapin a pochi metri da SILVESTRI a seguito di una gran respinta su tiro di Kvaratskhelia, guarda caso i due uomini simbolo della grande cavalcata stagionale.

Un Napoli serio, pragmatico, ben costruito, guidato da tre toscanacci veraci, Giuntoli), uno in panchina (un ex) e l’altro in campo, il nazionale Di Lorenzo, emblema di professionalità assoluta. La gara viveva di pochi ulteriori sussulti, con un risultato che appagava entrambi le contendenti. 1-1 rispecchiava fedelmente i valori espressi, innescando al 93º, una felicità incontenibile da parte del mondo azzurro capace di spingere idealmente da ben 800 km di distanza i propri beniamini. Onore al merito nei confronti di una squadra che ha legittimato ampiamente il titolo ‘22-23.

In merito ai ragazzi di SOTTIL, la grande prova davanti ai neo campioni, stride fortemente con la prova esibita in Puglia solo pochi giorni addietro, ma sappiamo che certi “cali di concentrazione” a fine campionato non sono inusuali. Ecco, la crescita del gruppo passa anche e soprattutto dall’evitare certi passaggi a vuoto che fanno regredire un processo di crescita societaria, la quale comporta inevitabilmente sforzi pianificativi non indifferenti. Certo, diventa necessario aver chiaro un obiettivo stagionale ambizioso rispetto al potenziale in serbo. Se ad un gruppo che vale come spesso sostenuto da questa rubrica, dai 52 ai 55 punti stagionali, chiedi la mera salvezza, quest’anno peraltro raggiungibile con buone probabilità a 35 punti, beh allora devi aspettarti inevitabili cali di tensione e dunque di risultati. Il gruppo é sano, e se é pur vero che diversi artefici partiranno (DEULOFEU, UDOGIE, BECÃO forse BETO), molti tuttavia resteranno a formare un gruppo che potrà dare ancora parecchie soddisfazioni. Il centrocampo e la difesa (ci sarà da sostituire BECÃO) sembrano già di gran livello mentre in avanti c’é curiosità nel capire la forza dei due brasiliani in arrivo – BRENNER e MATHEUS MARTINS – le cui aspettative sul loro arrivo in Friuli rimangono elevate.

Bene SOTTIL, da confermare assolutamente, a patto che riesca ad ottenere con continuità quello spirito di gruppo e determinazione a lungo dimostrate con squadre come Inter, Milan, Roma, Napoli.

Le basi per migliorare i risultati ci sono tutte.

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