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Di Natale: E’ giusto finire il campionato

Totò Di Natale è diventato social e oggi ha ricordato le emozioni della sua vita da calciatore e raccontato l'esperienza di allenatore in una diretta video con Sebastien De Maio.
Monica Tosolini

Totò Di Natale è diventato social e oggi ha ricordato le emozioni della sua vita da calciatore e raccontato l’esperienza di allenatore in una diretta videa con Sebastien De Maio. Il difensore bianconero, in via eccezionale, si è trasformato in giornalista e ha chiesto all’ex bomber di svelare aneddoti e situazioni della sua carriera.

Ma ha toccato anche argomenti di attualità. In primis il calcio in tempi di coronavirus. Totò si è schierato apertamente in favore della ripresa del campionato: “E’ giusto finire il campionato, sia in A che in B. Altrimenti è il caos, ci sarebbero troppe discussioni. Io credo che si troverà un accordo per la ripresa, si giocherà fino ad agosto, poi un mese di pausa e si riprenderà a settembre con la nuova stagione”. 

Uno sguardo al futuro: la panchina dell’Udinese potrebbe essere un traguardo? “Mi piacerebbe allenare l’Udinese, un giorno. Adesso alleno da solo, sono all’inizio. Vorrei fare ancora tre o quattro anni nel settore giovanile. Un giorno, poi, arrivare alla panchina dell’Udinese, rivivere quello stadio incredibile. Udine è casa mia, sono molto legato alla città, è tranquilla, si può lavorare bene, ti dà serenità anche nei momenti difficili. I tifosi, poi, sono sempre molto vicini”.

Questa Udinese non trova più la strada per l’Europa: ci tornerà un giorno? “Adesso Pozzo sta costruendo una squadra competitiva. Il campionato si è fermato, ci vorrà ancora un anno o due per fare la squadra, ma credo che poi l’Udinese potrà ambire al ritorno in Europa. Lo meritano la città e la società”.

L’Atalanta di oggi ricorda un po’ la tua Udinese? “Sì. Noi avevamo un grande gruppo, un grande allenatore come Guidolin, tutti ci temevano, eravamo molto forti con Sanchez, Inler, Asamoah. L’Atalanta ti fa giocare e gioca, esattamente come facevamo noi”.

Qual’è il giocatore con cui ti sei trovato meglio? “Sono tanti, ma quello con cui mi sono divertito di più è stato Sanchez: è un malato del pallone, per questo è arrivato così in alto. Si allenava sempre prima e dopo le sedute, ama davvero tanto il calcio”.

Lo stadio che ti ha emozionato di più? “Quello del Liverpool. E’ stata una serata magica, indimenticabile quella di Anfield. Abbiamo ottenuto una vittoria incredibile e a fine partita tutto lo stadio era in piedi ad applaudirci”.

Il tuo idolo? “Sono napoletano, e quindi in testa e nel cuore ho Maradona. Ma anche Roberto Baggio. Uno che ha emozionato tutti, nonostante i problemi fisici che aveva, con il ginocchio che lo tormentava. Baggio per me è stato il più grande. Ricordo che ero giovane all’Empoli e ci ho giocato contro a Brescia. A fine partita lui mi ha anche regalato la maglia”.

Ti manca il calcio giocato? “Mi manca lo spogliatoio, i compagni, le risate, l’odore del campo. Adesso ho un altro ruolo, più impegni”.

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