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Spezzatino totale: ecco perché la A lo valuta

Lo spezzatino per la Serie A continua a far discutere.
Monica Tosolini

Lo spezzatino per la Serie A continua a far discutere. Un tema che ha attirato diverse critiche, non senza però anche punti che giustificano l’ipotesi al vaglio dei club nell’assemblea odierna. Sul tavolo della riunione in corso a Milano c’è infatti l’opzione per arrivare fino alla totale sfasatura delle partite, che verrebbero così disputate tutte e 10 in 10 orari diversi. Oltre al Monday Night delle 20.45, l’ipotesi vedrebbe le partite al sabato in quattro finestre diverse (14.30, 16.30, 18.30 e 20.45) e quelle di domenica in cinque (12.30, 14.30, 16.30, 18.30 e 20.45).

Un passo avanti rispetto a quanto avviene oggi, con solo tre gare che si giocano in contemporanea. Un tema che riguarda anche l’audience: infatti evitando sovrapposizioni tra partite e dando la possibilità ai tifosi di guardare tutte le gare, l’obiettivo è far aumentare la visibilità delle squadre in termini di audience, dando a tutti i club (e ai loro sponsor) le stesse possibilità di avere visibilità ampia e per tutti i 90’ delle gare.

Inoltre, da un punto di vista sportivo, i nuovi slot possono aiutare nel gestire in maniera diversa gli impegni delle quattro squadre italiane che giocheranno in Champions League. Tra le opzioni, ad esempio, c’è quella di anticipare al sabato tre gare delle squadre che dovranno poi scendere in campo il martedì e il mercoledì successivo in Europa.

Nella Liga, ad esempio lo spezzatino è diventato totale: in Spagna infatti già da tempo non è prevista nessuna contemporaneità, salvo alcune eccezioni come i turni infrasettimanali, le ultime due giornate o in caso di necessità.

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