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Lega Serie A: decisione rinviata sul ‘calcio spezzatino’

L'Assemblea della Lega Serie A ha rinviato la decisione sul 'calcio spezzatino' alla prossima settimana
Monica Tosolini

È successo tutto e poi tutto il suo esatto contrario. In quella che formalmente sarebbe la prima Assemblea di Lega della prossima stagione si è consumata l’ultima puntata dell’assurdo teatro della partita dei diritti tv. Sul tavolo, la controversa questione del cosiddetto “spezzatino”: le 10 partite di campionato spalmate su 10 orari differenti. Una questione profondamente divisiva, all’interno della Lega. Prima, una Serie A ridotta a 19 società per l’esclusione della Salernitana, a causa della proprietà condivisa con la Lazio (c’erano le altre neo promosse Empoli e Venezia) ha votato a favore: 13 voti (ne sarebbero serviti 14, se la Salernitana avesse potuto partecipare) ce 6 contrari – ossia Genoa, Samp, Roma, Bologna, Sassuolo e Spezia – avevano approvato la nuova distribuzione.

A quel punto, però, la situazione si è rovesciata. Il presidente della Samp Ferrero, inviperito, ha preso la parola con toni molto eccitati per denunciare quello che il ceo romanista Fienga diceva da inizio assemblea: “Così si fa un regalo a Dazn senza ottenere nulla in cambio”. Il Genoa si è accodato, visto che Preziosi è uno strenuo sostenitore di questa contestazione. Una raffica di pressioni su tutti gli altri club, provenienti da Genoa e Sampdoria.

A quel punto è partita la richiesta: vogliamo prenderci una settimana in più di tempo? E quindi, nemmeno dopo 20 minuti dall’approvazione, si è deciso per la retromarcia: “Votiamo una revoca”. Nuovo voto allora, e sì alla revoca, con voti contrari soltanto di Juventus, Napoli e Lazio. Revocare una decisione è sempre possibile, ma così alla scelta discutibile di spezzettare la Serie A su 10 turni, s’è aggiunto il grottesco di un immediato ripensamento.

 

La giornata si era aperta invece con il “caso” Lotito. Squalificato, multiproprietario, ma sempre protagonista. Il presidente della Lazio e della Salernitana ha provato, inizialmente, a bloccare l’apertura dei lavori dell’Assemblea per vizio di forma. Il motivo: il mancato invito alla Salernitana, a differenza delle altre neo promosse. La Federcalcio infatti, su richiesta del Presidente Paolo Dal Pino, ha scritto nei giorni scorsi – lo ha raccontato Repubblica– una lettera in cui specificava come per lo statuto federale nessuno possa essere amministratore di due club nella stessa Assemblea.  

Lotito ha preso la parola in apertura (pochi istanti prima era in corso una riunione informale tra le 20 società), annunciando l’intenzione di bloccare l’assemblea. Stando all’ordine del giorno, c’era un solo argomento di discussione a cui il presidente laziale non poteva partecipare, ma nella sua discussione ha trattato anche temi per i quali è in atto la squalifica. Il presidente di lega Paolo Dal Pino, che su questo deve fare da garante, ha risposto e rilevato questa anomalia: i toni si sono alzati, anche la Roma con il ceo Guido Fienga è intervenuta, evidenziando come non sia normale che un presidente squalificato e proprietario di due club diversi nella stessa serie, in violazione alle norme federali, possa prendere la parola e condizionare i lavori. Questione di minuti e già c’era un caso decisamente più serio con cui dover fare i conti. 

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